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di Maddalena Baldini 30 Mixer / APRILE 2019 DOSSIER VINO U nagrandevarietà travitigni, terroir, storichecantine e vinificazioni anche se, stando alle ultime stime, si cercasempredi piùuna“vinificazionetradizionale”, ovviamente senza tralasciare tutte le componenti essenziali per essere competitivi, moderni e al passo con i tempi. Sono alcune delle caratteristiche che contraddistin- guono il vino italiano, ormai pronto a trarre le somme del primo ventennio del XXI secolo. A tutto ciò si aggiunge la qualità, ormai componente assoluta della produzione vitivi- nicola del Balpaese che, monitorando costantemente le altre grandi produzioni mondiali, continua a mettere in bottiglia vini eccellenti da nord a sud dello stivale, fermi e bollicine… gusti a prescindere, s’intende! L’export continua a svolgere un ruolo fondamentale, non solo con i “fedeli di sempre” come Usa, Canada, Germania e Uk, ma anche con mercati un poco più piccoli come quelli del nord Europa, Svezia in primis, che apprezza sempre di più i vini italiani. Da non tralasciare la nuova Via della Seta – consensi e dissensi a parte – dove l’attenzione si concentra sui quasi 130 milioni di euro che posizionano il vino italiano come il prodotto agroalimentare più esportato a Pechino. La ricchezza enologica tricolore piace, anzi, piace sempre di più e molte tipologie che prima erano poco note all’estero oggi hannoun ruolodi prestigio:meritodell’adeguata comu- nicazione (fattore che in Italia pecca ancora un po’ in alcune regioni)ma,principalmentemeritodei vignaioli edegli enologi che sanno ricavare il meglio da un frutto così prezioso come l’uva. Un esempio? Il Primitivo pugliese, sempre più richiesto dai tedeschi che vengono in vacanza per godere della bella Puglia ma ricercato anche in “patria”: se ne apprezzano le note fruttate, il gusto pieno e quella struttura inimitabile che esprime la tipicità della regione. RISPETTO DELLE VARIETÀ Unapanoramicaattentae scrupolosa, ingradodi evidenziare alcuni elementi rilevanti che descrivono il vino anche in fatto di coltivazioni e preferenze, è stata fatta da Riccardo Brighi- gna, winemaker, enologo di fama internazionale. “Si parte da un’interpretazione del vigneto, delle uve, del territorio, solo così si potranno avere vini unici e rispettosi della loro origine”. Inizia in questo modo Brighigna e da questa prima affermazione, indispensabile per rendere chiaro il suo ruolo, pone subito l’attenzione su un argomento che, soprattutto tra i consumatori, può creare ancora confusione: “Penso sia indispensabiledaremaggiori informazioni sulledifferenzeche cisonotraviniclassificaticomenaturali,biologiciebiodinamici. Ognuno di questi termini racchiude procedure specifiche di lavorazione a partire dal vigneto, senza tralasciare che alcune pratichedi cantinaspessosalvaguardano laqualità, lapurezza e la tipicità del prodotto”. Varietà Nettare di Bacco: mosaico di qualità SEMPRE APPREZZATO, RICERCATO E BEVUTO. È IL VINO ITALIANO, UN’ECCELLENZA CHE PUNTA SULLA TIPICITÀ REGIONALE E SUGLI AUTOCTONI, CON UNA PREDILEZIONE CRESCENTE PER IL BIOLOGICO. GUSTO E TERRITORIO DA RACCONTARE SONO I PROTAGONISTI NEI CALICI, GUARDANDO ALLE NUOVE PROPOSTE CON CURIOSITÀ COME NEL CASO DEL PROSECCO ROSÉ
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