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MAGGIO 2019 / Mixer XVII Q uando si parladi eccellenze alimentari nel nostro Paese, non si può prescin- dere dalle IGFood eWine, un settore forte di 822 prodotti, che vale alla produzione oltre 15,2 miliardi, cresce del 2,6% (superando quindi il settore totale italiano che segna +2,1%) e pesa per il 18% sul valore totale agroalimentare. Sullabasedel XVI Rapporto Ismea-Qualivita, pre- sentiamo nelle prossime pagine un excursus su 5 dei principali settori, per evidenziare peculiarità e prospettive del comparto IG. Cosa può dire delle IG nei trasformati? È un settore ampio, che sta muovendo adesso i primi passi decisivi e che potrebbe dare ancora tantissimo. Penso, per esempio, al segmento delle creme spalmabili, che oggi vede in competizioni tre grandi attori. Se solo si utilizzasse materia prima certificata (e penso alle nocciole), si potrebbe aprire un ulteriore impor- tante sbocco per questa denominazione che fa già registrare una crescita al consumo del 29%. Un po’ come è successo per il pistacchio di Bronte che con- tinua a crescere da anni e che nel 2017 ha segnato +11% sull’anno precedente. Sempre a proposito di trasformati, voglio ricordare come nuovi lanci nel settore dei minestroni surgelati con cipolla di Tropea IGP, abbiano aperto nuove vie alle denominazioni. Un po’ come è successo con il Radicchio di Treviso in IV gamma: in questo caso l’elevato contenuto di servizio ha contribuito a portare al successo il prodotto. Quali, invece, i prodotti in crisi? Tra questi (e purtroppo è storia recente) ricordiamo il Pecorino Romano, consumato prevalentemente in America e utilizzato per il 90% nella trasformazione. Incaloanche ilpanetradizionalecertificato,penalizzato dalla richiesta sempre maggiore di pane con farine speciali e grani antichi come il Senatore Cappelli. Ed infine l’OlioExtra Vergine di Oliva ad IndicazioneGeo- grafica che nonostante un consumatore sempre di più alla ricerca di prodotto italiano non riesce a crescere e trovare un proprio spazio di mercato. Quali le IG che vanno più forte in horeca? In primis tutte quelle che possono essere ingredienti per lapizza,oggi piattosemprepiùgourmet.Pensoper esempioai Pomodorodel Piennolodel VesuvioDOP, al Parma o al San Daniele DOP, ma anche allo Speck Alto Adige IGP e alla Mozzarella di Bufala Campana DOP. E poi, ovviamente, gli hamburgher con chianina IGP, che per i giovani sono un po’ come la fiorentina al ristorante. E sempre in horeca vanno alla grande af- fettati e salumi e aceti balsamici come condimento: tanto appeal e forte leva di marketing. Quindi il cibo di qualità ha vinto? Diciamo che è sulla buona strada: i presupposti per- ché arrivi nel piatto del consumatore ci sono, anche se è indispensabile rafforzare e rendere costante il connubio tra produzione e distribuzione. Un’allean- za tra industria e ristorazione potrebbe dare ancora tanto di più all’alimentare di qualità. SETTORE DOP IGP STG ITALIA ĺ 15 , 2mld € valore allaproduzione 2017 valore alla produzione +2,6% su 2016 15 , 2 mld € valore all’export +4,7% su 2016 8 , 8 mld € peso DOP IGP su settore agroalimentare* 18 % peso DOP IGP su export agroalimentare 21 % operatori DOP IGP STG 197 . 347 prodotti DOP IGP STG 822 Consorzi autorizzati 275 Fonte: Rapporto 2018 Ismea-Qualivita

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