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MAGGIO 2019 / Mixer XXIX tenere produzioni maggiori, o uguali, con la zootecnia e l’agricolturadi precisione», un’area legataalla tecnica e alla ricerca che consente, per esempio, di erogare acqua o sostanze di natura chimica per il processo produttivo, fertilizzanti e diserbanti e antiparassitari in quantitàminime.Questoper quantoattienegli aspetti quantitativi. Poi, continua l’esperto: «Da anni si parla di qualità dei prodotti alimentari. Fino al dopoguerra, 40-50 anni fa, era “buono” ciò che non faceva male, si dava risalto al requisito minimo igienico-sanitario immediato», insintesi si pensavaa riempire lostomaco: «Con il miglioramento economico – dice il docente di zootecnia – il concetto si è allargato, esiste una qualità organolettica dei cibi, l’area dei sensi. Poi una qualità chimica , l’interesse per la composizione degli alimenti (cosa c’è dentro quello chemangio), la qualità nutrizio- nale e la necessità di sapere se un alimento sia più o meno idoneo per categoria di consumatori: sostanze intolleranti, allergologiche, prodotti per la terza età, l’infanzia». Un ultimo aspetto è la qualità tecnologica che sarà sempre più importante per gli alimenti di do- mani: «Un latte destinato a diventare formaggio dovrà avere qualità specifiche. Le carni dovranno diventare conservate. Le uova industriali, gli ovo-prodotti utiliz- zati nell’industria dolciaria, o nella produzione di pasta all’uovo richiederanno alcuni connotati tecnologici, come la pigmentazione del tuorlo». CHILOMETRO ZERO, FARMER MARKET: SIAMO TUTTI AGRICOLTORI! PerRolandoManfredini,CapoAreaSicurezzaAlimenta- re eProduttiva Coldiretti : «La questione va inquadrata dal punto di vista generale, l’Europa è il primo produt- tore mondiale di cibo ma anche il primo importatore mondiale,questoladicelungasullanostraepocadicibo globalizzato: in tutto il mondo il cibo viene scambiato, mediamente per arrivare sulle nostre tavole percorre 2000 km, anche l’Italia è soggetta a un sistema di importazione forte». Ma stiamo parlando di che tipo di cibo? «Quando copre lunghe distanze è per l’80% trasformato,manipolato, solo il 20%ècibo fresco: que- ste dinamiche hanno condizionato gli ultimi 20 anni, e in paesi con una sicurezza alimentare molto diversa dalla nostra. Le regole dell’Europa e dell’Italia sono di salvaguardia della sicurezza alimentare. Lo stesso non si può dire di prodotti agricoli provenienti dal resto del mondo. Qui da noi il sistema è controllato, il cibo non è solo merce, ci permette la vita, rappresenta la nostrastoria,ètradizione:pensiamosoloalparmigiano, che ha 1000 anni!» Soluzioni per il futuro. Per Manfredini sono, letteral- mente, aportatadimano: «Gli operatori si dovrebbero rivolgere a un prodotto che fa poco viaggio, il km zero è un mondo di dire, il viaggio del cibo deve essere più corto possibile, ciò è garanzia di freschezza, di qualità ma questo implica anche meno rifiuti, meno distanze dapercorreredunquemeno smogemeno traffico, poi non vengono utilizzati additivi di conservazione, è un cibo naturale. Il nostro è un modello di agricoltura che si rifà alla filiera corta, a produzione locale, al sistema di ottenimento che garantisce sicurezza e qualità».
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