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CECIL, 24 anni, dal Ghana Progetto Food for Inclusion, lavora in una panetteria ad Alba In Ghana ha una sorella gemella, i suoi genitori e gli altri fratelli sono morti. Faceva il lava-macchine ma ha perso il lavoro ed è stato co- strettoapartire. Èarrivato inLibiadoveè rimastodueanni “Erocome in prigione, come rapito”. Un giorno è riuscito a fuggire, è arrivato a Lampedusa su una barca. I primi anni sono stati duri. “A Pollenzo ho imparato a fare tanti piatti, anche africani ma un po’ italiani”. Ha fatto il tirocinio in una panetteria, con il suo capo ha unottimo rapporto: “luimi spiega due tre volte le cose. Se non capisco spiega ancora. Non lavoriamomai da soli siamo sempre ingruppo.Questo è bello”. Ha un contratto fino al 2023, il suo sogno è rimanere ad Alba. IN PRIMO PIANO Ristorazione 16 Mixer / GIUGNO 2019 CRS E RITORNI IN AZIENDA Si iscrive nel progetto di Corporate social responsibility di Panino Giusto il progetto Cucinareper ricominciare ,giun- to alla quarta edizione e realizzato da fonda- zioneAvsi,CooperativaFarsi ProssimoeAccademia del Panino Italiano. “Ogni anno abbiamo 15-20 beneficiari che hanno ot- tenuto lo status di rifugiati, hanno in media tra i 20 e i 40 anni – spiega la presidente Elena Riva –. Il 90 per cento (50 persone in tre anni) al termine del tirocinio ha ottenuto un contratto di lavoro”. Al corso di italiano seguono i moduli tecnici di Pa- nino Giusto e altre aziende coinvolte. “Finora c’era una maggioranza di uomini perché si spostano di più e perché le donne sono soggetti doppiamente fragili, hanno vissuto esperienze molto difficili, ho insistito per la loro presenza introducendo moduli sull’empowerment femminile. Con un riscontromolto positivo perché il fatto di avere persone che ti aiu- tano a valorizzarti come donna ha avuto un impatto forte sulla loro autostima”. Quantoagli assunti “siamo contentissimi non solo dal punto di vista umano ma anche perché alcuni sono diventati role model posi- tivi per gli altri ragazzi, rendendoli orgogliosi del loro SEYDOU, 22 anni, dalla Guinea Lavora da Alice, nella cucina grandi preparazioni della gastronomia SonoaMilanodadueanni. Grazieall’as- sociazione No Walls ho frequentato una scuoladi cucina,mi hanno insegnato la lingua, aiutato a fare i documenti e trovato il tirocinio da Alice. In Africa non pensavo di fare il cuoco volevo laurearmi in biotecnolgie ma sapevo cucinare, lo fa- cevo per mia nonna. Pensi di riprendere gli studi? “È una possibilità. Ora sto facendo la terza media, l’anno prossimo farò un corso serale di elettromeccanica. Vorrei imparare tante cose qui per costruire un giorno un’aziendanelmioPaeseper fare lavorare lepersone”. Perché sei venuto via? “Non volevo andare via ma ho avuto problemi con i militari, se non fossi scappato mi avrebbero ucciso”. lavoro. Quando poi con il tempo conoscono le storie che stanno dietro a queste persone, i loro problemi si ridimensionano. AMilanonelle cucinedei ristoranti c’è una forte presenza di stranieri, ma il fatto di formarsi con un training adeguato permette loro di svolgere un percorso di crescita pari agli altri”.
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