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di Carmela Ignaccolo 24 Mixer / GIUGNO 2019 IN PRIMO PIANO Storie E radiventatoun affarepersonale, nessunodeveper- mettersi di toccare il mio lavoro” – parola di Roxana Roman . Per questo la barista 34 enne di origini romena, titolaredel RoxyBar all’Anagnina, periferia della Capitale, non si è tirata indietro, non ha accettato la prepotenza e ha denunciato gli aggressori appartenenti al clan dei Casamonica, responsabili di episodi di violenza nel suo locale. Coraggio e sangue freddo, dunque, che hanno portato la sua storia alla ribalta delle cronache, additata come esempio di responsabilità e coraggio civile. Tanto da farle a ragione meritare il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Re- pubblica Italiana, conferitoledal presidenteSergioMattarella «per il suo contributo nell’affermazione del valore della lega- lità». E per motivazioni simili anche la Fipe ha voluto premiare Roxana, il giorno della festa della donna per il suo impegno e la sua passione quotidiani nel mondo del fuoricasa. Ma riavvolgiamo rapidamente il nastro, per arrivare a quel fatidico giorno. “ C’è chi dice no “Non era il mio turno: al bancone c’era mio marito Mariano. Sonoentrati conspocchiaecon l’intentochiarodi prevaricare, alzando fin da subito i toni con insulti a noi romeni. E quando una nostra cliente ha cercato di smorzare le offese, se la sono presa anche con lei. E poi è successo quello che è successo: violenza contro Mariano e contro la cliente.” Un episodio intollerabile. E infatti Roxana non lo ha tollera- to: ha chiamato i carabinieri. “E stavo pure per denunciare l’episodio alla TV” – ci dice – Ma poi la TV è venuta da sola (sicuramente l’eco dei social non è estranea alla cosa). E gli aggressori sono stati assicurati alla giustizia. Paura di ripercussioni? No: ha prevalso il desiderio di difendere quello che era mio. Nel bar ci ho “buttato sangue”, ho investito anni di lavoro e non saranno i prepotenti a metterlo in pericolo. Io sono in Italia da quasi 16 anni, nel 2012 ho rilevato il locale e a poco a poco, insieme a Mariano, lo ho ristrutturato. Oggi è casa nostra. Qui sono nati e cresciuti i miei figli. Dietro quel bancone ho lavorato senza sosta, persino con il pancione. Riesce a immaginare cosa voglia dire subire soprusi a casa propria, vedere oltraggiati i propri spazi, offese le persone che ti stanno vicine? Non ho più accettato di subire. A mente fredda, cosa pensa di quello che ha fatto? Ne sonoorgogliosa, ancheperché ilmiononè statoungesto straordinario: questaè (oalmenodovrebbeessere) lanormali- tà. Inquestopaeseserveuncambiodimentalità:laprepotenza non va coperta, ma denunciata. E sono felice dei riconosci- menti ricevuti, perché spero siano da esempio e dimostrino, specialmente a chi ha ancora paura, che le istituzioni ci sono e stanno a fianco di sceglie la via della legalità. DIFENDERE IL PROPRIO LAVORO E CREDERE CON PASSIONE IN QUELLO CHE SI FA: LA STORIA DI ROXANA, LA BARISTA DI ORIGINI ROMENE CHE HA DENUNCIATO I CASAMONICA ROXANA ROMAN, TITOLARE DEL ROXY BAR DI ROMA
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