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si separò dal socio e aprì da solo una distilleria a Pontarlier, vicino al confine, alla fine della Val de Travers. Qui migliorò la ricetta diminuendo la quantità di assenzio e aggiungendo liquirizia e semi di finocchio”, puntualizza Piccinino. “Suc- cessivamente, con l’infusione di erbe ricchedi clorofilla comemelissa,menta e assenziominore, il distillato divenne ancora più complesso e piacevole”. Il suo successo durò circa un secolo, finoaquandonei primi anni del ‘900 fu bandito praticamente ovunque anche a causadellepressioni eser- citate dai produttori di vino (tra i paesi che non lo vietarono, Gran Bretagna e Spagna). Dopo anni di oblio, la rinascita dell’assenzio francese comin- ciò nel 2000, con l’uscita sul mercato delle prime botti- glie de La Fée Absinthe . Poco dopo, nel 2005, anche la Svizzera, paese natale dell’assenzio, abrogò il divieto. Non è tutto: dal 2007 almeno due marchi di assenzio sono stati acquistati e venduti legalmente negli Stati Uniti. “L’assenzio attualmente in distribuzione ha in genere una gradazione alcolica tra i 60 e i 70 gradi, la medesima di quello bevuto dai poeti maledetti, ma può contenere al massimo 35 mg per litro di tujone, mo- lecola erroneamente conside- rata responsabile del potere allucinogeno del distillato, che era in realtà provocato dal suo consumo eccessivo. Oggi l’assenzio è di colore ver- de, ma spesso la tinta è dovuta a coloranti o a una macerazione successiva alla distillazione di arte- misia e menta. In origine l’assenzio originale pare fosse trasparente con velature azzurrognole”, conclude Luigi Barberis. GIUGNO 2019 / Mixer 55
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