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4 Mixer / GIUGNO 2019 IL PUNTO del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani D alloscorso2maggio–cinquecentenariodalla scomparsa del più noto genio italiano, sim- bolo del Rinascimento – si sono avviati i 6 mesi di celebrazione di Leonardo da Vinci, con una giusta serie di lodevoli iniziative. Per coincidenza, a quattro anni esatti dall’inizio di “Expo Milano 2015” dedicato all’alimentazione sostenibile, il nostro Paese si mobilita intorno ad un altro motivo di orgoglio, di espressività e identità. E lo stesso Leonardo aveva qualcosa da dire anche sul nostrosettore:daragazzosarebbestatogarzoneecuoco alla “Taverna delle Tre Lumache” a Ponte Vecchio e, più tardi, si mise in proprio aprendo con l’amico Botticelli la “Taverna le Tre Rane”. Gran Maestro Cerimoniere degli Sforza, della cucina abbiamo prove che abbia ragionato su tutta la filiera: dalle vigne di Ludovico il Moro ai disegni di macchine per cucinare, dal ricettario per le occasioni importanti alla –pare- invenzione del tovagliolo immortalato nel capolavoro dell’Ultima Cena. Insomma, quasi un “collega”, non una “Chef Star” ma un “Chef-Genius”, che testimonia come persino per qualità del prodotto, tecnica degli strumenti e gusto nell’impiattamento ci sia sempre molto da imparare dal nostro passato. Tuttavia, non si celebra per cadere nella trappola della nostalgia,inun’Italiadovepurtropposerpeggialaperico- losa ideacheessere italiani siaunasventura, inaccettabile e vergognosa, anche per rispetto al nostro passato. Certamenteoggi l’ItaliaèunPaeseconmolti problemi strutturali e numerosi vulnus , tanto di equità quanto di possibilità: nonèuncasoche i giovani stianoriprendendo la strada amara dell’emigrazione in chiavemoderna, che in alcune Regioni italiane è quasi un’emorragia. C’è bisogno quindi di un’orgogliosa sterzata, da parte di tutti, consapevoli dei valori, delle qualità e delle po- tenzialità che geneticamente portiamo, come il fare che parte dalla nostra Cultura. C’è bisogno di voltare le spalle alla dequalificazionemo- rale ed istituzionale, inquinata dalla criminalità e da ogni fattispeciedi reato, chedepaupera inesorabilmenteoggi il Paese, dove in molti emergono nell’esprimere giudizi, scaricarecolpe,distribuirecritiche, segnalaredebolezze, disimpegnandosiperòsulleloropersonaliresponsabilità, lasciando a pochi, invece, il buon esempio, valorizzato sul sacrificio, la passione e l’intraprendenza del fare. Torna inmenteaproposito l’interventoche fece il Cav. Ali RezaArabnia, imprenditore iraniano naturalizzato italiano ,titolarediun’aziendamilanesespecializzatanelle forniture all’automotive, in occasione della cerimonia di conferimento dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, nel quale invitava gli imprenditori ad avere più fiducia verso l’Italia. Detto da un iraniano fa specie e testimonia anche “l’av- viamento” internazionaledi cui il Paesegode, nonostante la mortificante rassegnazione che spesso caratterizza i nostri comportamenti di fronte ai problemi. La sua azienda era stata ad un bivio tra un’ipotesi di svi- luppo in Svizzera, sostenuta dalla possibilità di ottenere importanti contributi pubblici svizzeri previsti per il suo investimento, oltre che dalle facilitazioni proprie di quel sistema Paese, e l’alternativa in Italia, con i tempi e i costi della nostra burocrazia. Reza Arbnia scelse l’Italia, giustificando la decisione con il fatto che i giovani ingegneri o laureati che trovava nelle nostreUniversità, edi cui avevaevidentementebisogno, erano (e sono) i più bravi del mondo. Aveva scelto le persone. Ed è sulle persone che dob- biamoavere il coraggioe lasaggezzadi puntareanche noi: dalla formazioneallacultura, dallecomunitáallacura dei luoghi dove abitano, dal creare valore condiviso per generare competenze ed esperienze, che certo non si costruiscono mai una volta per tutte, ma che paziente- mente, una dopo l’altra, mettono a sistema quel “genio” italiano, doveogni tantonasce un Leonardo, ma che vive di ogni bravo giovane che non perdiamo. Per dirla con le parole di Leonardo, ci vuole “costanzia: non chi comincia, ma quel che persevera”. Leonardo e il (perso) orgoglio italiano

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