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Virginia Ducceschi Mi sono avvicinata al mondo della mixability quando lavoravo come cameriera per gua- dagnare qualcosa durante gli studi. È stato amore a prima vista. Ho capito che volevo diventareunabarladyquandomi sonoaccorta di trascorrereore intereaguardare i bartender al lavoro. Non è stato un percorso facile ma oggi sono la barmanager del Rex a Firenze: la mia casa, il mio palcoscenico, il mio divano, la mia strada. Insomma, il mio universo. LUGLIO/AGOSTO 2019 / Mixer VII E poi sensibilità, creatività, intuito”, risponde Cinzia Ferro titolare dell’Estremadura Cafè di Suna (Verba- nia). E poi: “Le donne sono più diplomatiche e in ge- nere riescono a mediare meglio qualsiasi situazione”, sostiene Virginia Ducceschi bar manager del Rex di Firenze. Non basta: “Le donne sono più ordinate e precise nella pulizia. Inoltre sono dotate di una sen- sibilità e di un gusto estetico che spesso agli uomini manca”aggiunge AdrianaBosco barwomanmanager all’Ithay a Cava De Tirreni. Quanto ai limiti principali, le barmaid intervistate sono tutte allineate: “Siamo meno forti fisicamente degli uomini, ma possiamo svolgere senza problemi anche tutti quei lavori consi- derati “maschili”, comeper esempio scaricare casse e fusti”, commenta la Ferro. Insomma, “essere barlady significa anche sporcarsi le mani e farsi i muscoli. Ma quando c’è passione la fatica si percepisce meno” avvisa la Ducceschi. IL RAPPORTO CON I COLLEGHI Eccezioni a parte, oggi nelle principali città italiane tra colleghi barman e barlady c’è in genere un rap- porto paritario e armonioso. Questo non significa Cinzia Ferro È dagli anni ’90 che lavoro come barlady. Ho dedicato la mia vita al beremiscelatoe a questomestiere. Per emergere, ho rinunciatoai figli e apassarelefestecomandateinfami- glia.Ma sia chiaro: non ho rimpianti. Sono consulente per diverse azien- de e titolare con il mio compagno di due realtà che, insieme all’amore e all’arte, mi riempiono l’esistenza: Estremadura Cafè, il mio regno, e l’Antica Osteria il Monte Rosso. Foto: Paolo Picciotto
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