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LUGLIO/AGOSTO 2019 / Mixer XVII N elle pagine precedenti abbiamo avuto modo di conoscere da vicino ingredienti e ricette tipiche regionali in ambito mi- scelazione. Un viaggio fra culture e luo- ghi drasticamente diversi dove abbiamo cercato la risposta a un nostro interrogativo, ovvero se sia possibile approcciarsi a una miscelazione realizza- ta solo ed esclusivamente con prodotti territoriali. Quello che abbiamo scoperto potrebbe rappresen- tare una piccola rivoluzione in ambito mixability. Una tesi che si rafforza concludendo il nostro viaggio dal centro al sud Italia. GLI INGREDIENTI DI UN'ACCOGLIENZA “ISOLANA” Arrivati a Sud ci fermiamo e troviamo a Catania uno fra i più interessanti esperimenti di miscelazione regionale: siamo da Me Cumpari Turiddu , ristorante che nasce dall’idea di replicare l’accoglienza siciliana con la porta sempre aperta e la tavola imbandita. Per quanto riguarda la parte food il menù segue la sta- gionalità e gli ingredienti vengono da piccole produzioni locali “normonaturali”, biologiche, biodinamiche e da alcuni Presidi Slow Food. La drink list con twist di cocktail in chiave “isolana” è ope- ra del barman Alfio Liotta . “La nostra cocktail list è stata concepita come una carta unica ispirata a ingredienti, pro- fumi e suggestioni che appartengono alla nostra terra. Gli ingredienti selezionati sono frutto di una ricerca sul nostro territorio e quindi parlano di Sicilia: l’amaro Amara è stato scelto per il suo carattere morbido e agrumato, il gin Pa- narea per la sua eleganza e i suoi profumi, il marsala Vigna la Miccia per la sua avvolgenza”. ALFIO LIOTTA, BARMAN DI ME CUMPARI TURIDDU, CATANIA ALLA SALUTE DEI BORBONI! La miscelazione regionale può diventare in certi casi anche… storica! A Napoli entrando nel premium bar Archivio Storico si approda direttamente alla corte dei Borboni e, non a caso, una parte della drink li- st stagionale è dedicata al Regno delle Due Sicilie. Aperto nel 2013 come cocktail bar e bistrot, oggi ha allargato la sua offerta con il ristorante che offre i piatti della cucina tradizionale in chiave rivisitata. Salvatore D’Anna , bar manager del locale, ammette che è sempre difficile coniugare il classico American Bar con la cultura napoletana in quanto per usi e abitudini sono diametralmente opposti. “Di sicuro non manchiamo mai di dare rilievo a liquori tipici della Campania come Liquore Strega o il No- cino, e magari il limoncello stesso. Ci concentriamo su altri prodotti tipici come le crisommole (tipiche albicocche del Vesuvio), le noci di Sorrento, i pomo- dorini del Piennolo e l’immancabile connubio tra rum e babà”. La napoletanità e tutti i suoi sapori al bar sono premiati dai turisti che nel 90% dei casi sono molto ‘open-minded’ equando arrivano al bancone si affidano pienamente ai barman. I clienti locali invece sono divisi in due categorie: quelli che vengono a bere per passare una bella serata e poi i bar geeks. SALVATORE D’ANNA LA TAVOLA IMBANDITA DI ME CUMPARI TURIDDU

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