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SETTEMBRE 2019 / Mixer 17 di intervistati che ribadiscono l’intenzione di mettere a budget un drink influencer e/o un marketing wine. I pareri e le opinioni che si susseguono sull’argomen- to sono spesso discordanti e, in molti casi, sollevano questioni legate principalmente a una professionalità “vecchio stampo” che nasce da anni di preparazione giornalistica e di esperienza nel settore, paragonata a un approccio più moderno e digitale ma non sempre accompagnato da una vera conoscenza del settore. UNA NUOVA PROFESSIONE Sul modello dei già citati food blogger – il primo sito/ blog sembra essere nato negli Usa verso la fine degli anni ’90 – i drink blogger hanno la passione per il bere bene, per scoprire le nuove tendenze in fatto di mixology, per capireeanalizzare la varietàdei prodotti aziendali e per suggerire un approccio e un consumo alcolico responsabile. Frequentatori di locali e bar, si pongono l’obiettivo di studiare da vicino la creatività del bartender e dei diversi cocktail miscelati, oltre ad analizzare il contestopuredal puntodi vistadel design, dell’ambiente edell’arredo. Tutto ciò che si scopre vie- ne poi riportato in modo creativo e con un linguaggio che affascina sul proprio blog, oltre a scatenarsi in foto e post sulle pagine social, da Instagram a Facebook. Basta connettersi a una pagina o a un sito di uno dei nuovi drink influencer per trovare consigli su come e dovepassare il sabatosera, per sperimentareunnuovo locale in cui vivere un’esperienza diversa con gli amici o dove gustare un cocktail mai provato prima. Qual è il ruolodei drink influencer equal è la loroattività rapportataalleaziendeche, sempredi più, si avvalgono di queste figureprofessionali?“Personalmenteritengo Oltre a dare spiegazioni di carattere tecnico è indispensabile far provare una bella emozione al cliente NERINA DI NUNZIO, FOUNDER AT FOOD CONFIDENTIAL

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