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SETTEMBRE 2019 / Mixer 31 della salute dei non fumatori – tra cui quelle del divieto di fumo nei locali chiusi – anche ai prodotti succedanei dei prodotti da fumo, come le sigarette elettroniche». Ovvero, attualmente: «Non esiste un divieto ex le- ge di utilizzo della sigaretta elettronica nei loca- li chiusi». Sulla stessa linea si è espressa anche la Commissione per gli interpelli presso il Ministero del Lavoro secondo cui “in mancanza di una specifica previsione normativa, [si ritiene] non sia applicabile alle sigarette elettroniche il divieto di fumo previsto dall’art. 51 della Legge n. 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori”. Ciò premesso, gli esercenti sono liberi – nell’ambito della gestione della propria attività imprenditoriale – di non consentire ai clienti l’utilizzo della sigaretta elettronica nei propri locali, ivi compresi i dehors. Per chi voglia tutelare i non fumatori insomma, «al fine di evitare equivoci, sarebbe opportuno comuni- care fin da subito al cliente l’eventuale divieto (anche attraverso cartelli). Resta inteso che nell’ipotesi in cui il cliente non dovesse osservare tale richiesta, l’unica “arma” a disposizione dell’esercente rimane quella di invitare il primo a recarsi all’esterno dei locali dell’e- sercizio per consumare la sigaretta elettronica, non essendo ipotizzabile alcun tipo di sanzione a carico di questi». Il punto però, al solito, non è tanto la norma quanto la consuetudine, e il fatto che al ristorante ci si vada ormai sempre di più per stare bene, in compagnia, e mangiare cibi che vanno gustati in un ambiente libero da odori che possano compromettere “l’esperienza totale” dell’andare a mangiare fuori. Per il vicepresidente vicario Fipe - Federazione Italia- na Pubblici Esercizi Aldo Cursano «la componente salutistica nei nostri luoghi sta diventando sempre più centrale nell’offerta». Cibo, materie prime, stagionalità, naturalità dei sa- pori e dei prodotti ma anche «il contesto in cui si ‘vive’ l’esperienza del fuori casa è centrale». Secondo il vicepresidenteFipe infatti «l’ambiente è fatto di arredi, ma le personechevannoal ristorantevoglio- no vivere un’esperienza eno-gastrono- mica che deve sommare la salvaguardia dell’ambiente nelle regole della cucina, alla qualità e alla bontà del cibo nel piatto, fino però alla salute in sala». In base ad alcune analisi e studi, continua Cursano «è facile verificare che il fumo passivo può arrecare danni alla salute ma anche una modificazione del gusto», questo va a discredito del prodotto che il cliente si aspetta. «C’è un grande movi- mento che sta caratterizzando la filosofia della ristorazione che parte dal piatto, e si sposta nei luoghi dove il cibo si gusta». Inpocheparole il “dove”mangio stadiven- tando importantequanto il “cosa”mangio: «È un aspetto fondamentale del mercato, avranno successo i ristoranti in grado di
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