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di attività, in particolare i ristoranti, che producono da una parte rifiuti di qualità (organico) e dall’altra rifiuti destinati al riciclo. Il primo limite che emerge da questo sistema è il paga- mentodella tariffa sullabasedella superficiepartendo dal presupposto (errato) che, quanto maggiore è la superficie, tanto maggiore deve essere la produzio- ne di rifiuti. Ma molte cose sono cambiate anche nel mondo della ristorazione a cominciare dai modelli di consumoediproduzioneper finireai sistemidigestione dei rifiuti. Per le amministrazioni comunali non conta l’attività di differenziazione dei rifiuti (vetro, plastica, carta, ecc.) fatta dai pubblici esercizi, non contano i tanti fattori che concorrono a determinare una ridu- zione della produzione di rifiuti (destrutturazione dei pasti edunqueminori quantità consumate, o riduzione degli sprechi), così come non conta la qualità dei rifiuti prodotta da un bar o un ristorante rispetto a quelli di uncapannone industrialeodi unabanca. Perchéanche i rifiuti si contraddistinguono per qualità. Focalizzando lo sguardo sui valori regionali* emergo- no forti discrepanze tra le regioni. Ecco allora che gli esercenti più penalizzati sonoquelli residenti in Liguria e Campania dove la tariffa tocca quota 26,60 euro/mq per i ristoranti e rispettivamente di 22,80 euro/mq e 20,80euro/mqper i bar.Mentre le regioni con le tariffe più contenute sono il Molise, per i ristoranti, con 11,37 euro/mq e il Trentino Alto Adige dove un bar paga “soltanto” 7,36 euro/mq. Qui emerge l’altro limite, come è possibile che una regione riesca a gestire il servizio di raccolta e smal- timento per bar e ristoranti con una tariffa di quattro o cinque volte inferiore a quella applicata in Liguria? La risposta probabilmente è da ricercarsi nel livello di efficienza nella gestione del servizio, che dovrebbe essere di qualità per lomeno simile su tutto il territorio nazionale, ma nella realtà non lo è. In conclusione i rifiuti andrebbero pesati per deter- minare i coefficienti reali di categoria. Laddove le pe- sature sono state fatte in via sperimentale è risultato che i bar e i ristoranti producono la metà dei rifiuti espressi dai coefficienti oggi utilizzati. Risultaevidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema affinché si superi definitivamente la lo- gica dei coefficienti presuntivi di produzione. (*) I valori per le Regioni sono calcolati sui comuni attualmente censiti Non conta l’attività di differenziazione dei rifiuti fatta dai pubblici esercizi Normative 26 Mixer / OTTOBRE 2019 PUBBLICO ESERCIZIO
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