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L’Istituto Espresso Italiano (IEI) si conferma tra i protagonisti di Host 2019. Ogni giorno sono stati numerosi gli appuntamenti in quella che si è rilevata l’area di riferimento per la cultura dell’espresso italiano: dalle finalissime di Espresso Italiano Champion 2019 agli Stili dell’Espresso Italiano targati Iiac, dal Dream Team dei baristi top ai numerosi interventi di professionisti sull’attualità e il futuro del caffè. E una grande novità: il nuovo marchio di riconoscimento dell’espresso nel mondo. “A Host 2019 abbiamo presentato la nuova brand identity IEI, rimanendo focalizzati sulla nostra missione di tutelare e promuovere l’espresso italiano, che per noi significa miscela con una pluralità di espressioni, ben rappresentante dal percorso sensoriale degli Stili dell’Espresso Italiano delineati dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac) e presentati nel nostro spazio” afferma Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI). I FINALISTI 20 anni da 20 giorni. Nato a Bologna, STEFANO CEVENINI collabora con la torrefazione Mokador che lo ha supportato nel training con know how, miscele e attrezzature. La sua carriera nella caffetteria è iniziata all’età di 14 anni, grazie al suo professore delle superiori Mirko Zoli , in forza all’Istituto Superiore Bartolomeo Scappi di San Pietro Terme “Non smetterò mai di ringraziarlo. È lui che mi ha impartito le prime lezioni sul caffè trasmettendomene la passione. E sempre grazie a lui ho vinto la mia prima gara nel circuito scolastico ottenendo l’attestato di Maestro Junior del Caffè ”. In merito alla competizione ha poi aggiunto: “Per questa gara mi sono allenato sin da agosto. All’inizio ho suddiviso la performance allenandomi su ogni singola fase, poi nelle ultime settimane l’ho ripetuta giorno e notte senza respiro perché non mi piace arrivare impreparato. Naturalmente la prestazione in gara è sempre una questione mentale”. SATOSHI MYANISHI . Giapponese di Hiroshima ha iniziato a lavorare nella ristorazione a 23 anni. Adesso ne ha 37 e nella sua città è tito- lare di Mio Bar , una vera e propria osteria nella zona commerciale di Hiroshima e un menu che propone primi piatti e insalate tipiche della cucina italiana. Il locale serve rigorosamente espresso italiano, magari accanto all’Okonomiyaki, il pancake tipico della città. Dopo l’apertura del suo locale, quattro anni fa, ha iniziato a gareggiare nel campo della caffetteria. Campione giapponese nella stessa disciplina, si è preparato per la finale milanese a partire da luglio. Aderisce al circuito di IIAC Japan (www.coffeetasters.jp) ANITA FAVA . Originaria di Arese e figlia di un giornalista specializ- zato nella ristorazione ha intrapreso la carriera nel comparto Food & Beverage a Londra, circa 6 anni fa, nella nota compagnia di servizi per la ristorazione in concessione Baxster Storey . Oggi ventiseienne è team manager nelle strutture per la ristorazione aziendale del noto studio legale della capitale UK, Clyde & Co. Proprio qui si è preparata per la gara per diverse settimane e con il supporto della Torrefazione La Genovese . “All’inizio –racconta- avevo optato per i ruoli manage- riali del bar, dopo di che ho iniziato a partecipare alle competizioni e mi si è aperto un mondo. Al di là della scelta della miscela, ritengo che la macinatura sia alla base per l’impostazione di un buon espresso”. CHIU HSIU KUEI è un barman di origine Taiwanese. Lo si può trovare nella caffetteria Chiu Hsien Kuei – Sweet Coffee a Taoyuan City nel Nord dell’sola, all’interno del distretto di Zhongli. Oggi quarantaquat- trenne si interessa di caffetteria da soli 4 anni. Un prodigio se si pensa che prima di allora faceva l’insegnante di letteratura e scrittura cinese. NOVEMBRE 2019 / Mixer 21 mila bar d’Italia che servonomiscele qualificate IEI erogate con attrezzature qualificate IEI da baristi formati, consen- tendo ai professionisti l’utilizzo di prodotti e macchine di primaria qualità, in virtù di una formazione continuativa e con la finalità di garantire qualità a favore del consumatore. Qualità oggi espressa con un marchio, quello IEI, per riconoscere l’espresso italiano. STEFANO CEVENINI SATOSHI MYANISHI CHIU HSIU KUEI ANITA FAVA «L’età media dei partecipanti ai nostri campionati è molto bassa e questo conferma come anche quella del barista sia una professione in divenire – ha commen- ta Morello –. Questo afferma la fondamentale neces- sità di portare il know how italiano nel mondo, con un percorso di formazione che i nostri professionisti sono in grado di garantire, con l’obiettivo di rendere più pre- parati gli operatori e più consapevoli i consumatori”. All’Istituto Espresso Italiano (IEI) sono collegati oltre 20 LA GIURIA TECNICA: DA SINISTRA NAOYA NAGAKAWA (GIAPPONE), MATTEO BOREA (ITALIA), REX CHEN (TAIWAN) E ANGELO GREGIO (ITALIA) IEI a Host: il riferimento per la cultura dell’espresso italiano

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