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38 Mixer / NOVEMBRE 2019 RISTORAZIONE Dall’estero ALLA SCOPERTA DEI PIATTI E DEI SAPORI DEL SUDAFRICA DOVE SPESSO I CIBI SI CONSUMANO ALL’APERTO E IL VINO HA UNA SUA IMPORTANZA di Alberto Vita La cucina L a chiamano nazione arcobaleno, o Rainbow na- tion, e arcobaleno è anche la sua cucina; piena di colori e di influenze, visto che tanti popoli sono passati da qui. Una cucina, quella sudafricana, che ha una particolarità dovuta alle temperature quasi sempre miti, a parte la zona degli altipiani, e che quindi si fa e si consuma spesso all’aperto. Naturalmente con Barbecue (chiamati Braai) inevitabilmente accompagnato dalla salsa Chakalaka, condimento molto semplice e facile da realizzare nato dalle township (immensi quartieri o intere città riserva- te ai non bianchi ai tempi dell’apartheid) realizzato con diversi ingredienti, con i più comuni che sono i fagioli, il curry, i peperoni e le carote. Un altro piatto molto famo- so “all’aperto” prende il nome dalla pentola a tre piedi utilizzata nella tradizionale cucina sudafricana conosciu- ta come Potjie, il Potjiekos. In Afrikaans vuol dire più o meno “piccolo piatto di cibo” e si tratta di uno stufato cotto lentamente sul fuoco vivo nella Potjie, che, oltre alla carne, presenta tante verdure come carote, cavoli, zucca, cavolfiori, insaporite con spezie di origine malese o indonesiano, come molti piatti tipici del paese, e da un amido, come patate o riso. UNA SORTA DI STREET FOOD La carne utilizzata può essere di qualunque tipo; agnello, manzo o maiale, che viene marinata con spezie e una bevanda alcolica, solitamente birra o sherry o vino da dessert. Piatto che nasce dai coloni olandesi durante la grande migrazione chiamata Groot Trek con cui la- arcobaleno
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