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N egozi di vicinato, pubblici esercizi, attivi- tà turistiche e servizi svolgono, nelle aree urbane, un ruolo economico e soprattutto sociale, generando relazioni di prossimi- tà tra persone, spazi fisici ed economie locali, tanto nei centri storici quanto nelle periferie. In particolare bar e ristoranti sono un punto di forza dell’identità e dell’attrattività dei centri storici, sia per i residenti ma soprattutto per i turisti offrendo servizi, apportando linfa vitale agli spazi urbani e ai territori ove sono loca- lizzati e favorendo lo sviluppo equilibrato del sistema commerciale. Purtroppo si sta verificandouna lenta e inesorabilede- sertificazionedei centri storici,deiborghi edeiquartieri da parte di piccole attività produttive quali pubblici esercizi, negozi di vicinato e artigianali, le cause, ad esempio, sono da ricercarsi nella modifica del com- portamentodi acquisto, nellamancatacorrispondenza tra l’offerta commerciale e la mutata domanda del consumatore, nei problemi di vivibilità, accessibilità e declino urbano. L’analisi svolta su 123 comuni, di cui 110 capoluoghi di provincia e 13 comuni non capoluoghi più popolosi (escluse le grandi città) indica con chiarezza i cambia- menti chestanno intervenendonel tessutocommercia- le dei nostri centri storici. Limitatamente alle attività di ristorazionedobbiamoregistrareunacontinuacrescita esponenziale dei take away. Assieme a Unioncamere-SiCamera è stata effettua- ta l’analisi dello stock di quattro tipologie di esercizi (ristorazione con servizio, ristorazione senza servizio, gelaterie/pasticcerie e bar) in un periodo che va dal 2008 a metà del 2019 . Nei 123 comuni italiani di medie e grandi dimensioni (dove risiedono poco meno di 19 milioni di persone, il 32% della popolazione italiana e sono attive 99mila imprese del settore, pari al 34,5% del totale) è stata analizzata l’evoluzione degli esercizi distinguendo tra centro storico (CS) e resto del territorio urbano (NCS). Il primo dato che emerge è che la rete dei pubblici esercizi continua ad espandersi. Nel periodo conside- rato l’aumentoèstatodell’14,8%pari invaloreassoluto a +37.146 imprese. Il compartodei pubblici esercizi, epiù ingeneraledella ristorazione, si confermaadaltadensità imprenditoriale con 210 abitanti per impresa. Un indicatore di densità che nei 123 comuni del nostro campione scende a 190 abitanti per esercizio con punte di 139 a Siena o 151 a Venezia. Il confronto tra ristorazione con e senza serviziomette in evidenza al nord Milano (+65,4% vs. +339,4%) e La Spezia (+70,8%vs. +133,8%), al centro Firenze (+74,8% di Giulia Erba, ufficio studi FIPE 16 Mixer / DICEMBRE/GENNAIO 2020 PUBBLICO ESERCIZIO Centri storici Cresce la ristorazione, soprattutto take away
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