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L’INTRATTENIMENTO CULTURALE È UN MODO PER DISTINGUERSI E FIDELIZZARE LA CLIENTELA. CHE GRADISCE L’OPPORTUNITÀ DI SOCIALIZZARE AFFRONTANDO TEMATICHE SEMPRE ATTUALI. ECCO COME UNA COMPAGNIA MILANESE PORTA SHAKESPEARE NEI PUBBLICI ESERCIZI XLII Mixer / DICEMBRE/GENNAIO 2020 DOPOCENA I tuoi “maestri”? Mio padre era scenografo, fin da bambino ho frequen- tato il teatro. Ho studiato alla Paolo Grassi, mi hanno influenzatoilregistaMassimoCastri,MassimoPopolizio e Paolo Rossi. Quanto all’idea di portare la cultura in luoghi “insoliti” mi sono richiamato a Pedro Pietri, il Un bardo al bar U n’idea nata quasi per gioco da un attore e autore di teatro, DavideLorenzoPalla , una seracongli amici al bar, come succede a tante idee brillanti. Portare il teatro in luoghi non consueti, per avvicinare la gente, e in particolare i giovani (oltre il 70% del pubblico ha meno di 35 anni) a questa forma di spettacolo antica ma attualissima. I testi, riadattati e con accompagnamento musicale dal vivo, sono quelli del commediografo più grande di sempre, William Shakespeare. Ha debuttato così nel 2012 Tournée da Bar , un’impresa culturale con un duplice scopo: presentare i grandi classici al pubblico che normalmente non frequentailteatroefornireintrattenimentoeunserviziosociale e culturale, come ci spiega Palla al quale abbiamo chiesto lumi mentre era impegnato nella tournée che ha portato Macbeth, Antonio e Cleopatra e Il Mercante di Venezia in locali milanesi e parmigiani a novembre. Perché Shakespeare, e perché “funziona”? È comico e drammatico e tocca tematiche universali, come il femminicidio o il razzismo, intrattiene e fa riflettere, ha davvero una marcia in più, parla a tutti e risuona nell’oggi. Quello che verifico in queste serate è che si crea la magia del teatro, la gente sta anche in piedi al bancone a bersi una birra in situazioni non tanto comode pur di partecipare. È unmodo di connettersi e relazionarsi in un periodo storico in cui siamo sempre attaccati a uno schermo. Ridendo e commuovendosi insieme si crea quella comunione insita nel teatro. Del resto il teatro elisabettiano era profondamente popolare. Certo, al Globe [il teatro costruito da Shakespeare a Londra, ndr] non c’era silenzio, la gente si distraeva, faceva i fatti suoi. Proprio per mantenere viva l’attenzione c’è nel testo questa alternanza di comico e drammatico, il buffone che fa ridere, i concetti che si ripetono più volte. Sono testi che reggono molto bene al bar. di Anna Muzio “Non vi spiaccia il color della mia pelle, bruna livrea del mio torrido sole, […] Ma portatemi qui l’uomo più bello che sia nato al nord, […] e facciamoci insieme lui ed io, un taglio nella carne, a mostrar quale sangue è più vermiglio. tra il mio e il suo”. Il mercante di Venezia atto II scena I Foto: Giovanni Daniotti
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