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96 Mixer / DICEMBRE/GENNAIO 2020 MIXABILITY Inchiesta COME ORGANIZZARE LA BOTTIGLIERIA consigli di ANDREA GIANNONE ideatore del Milano Whisky Festival Street bar di città o di provincia, aperto dalle 18 a tarda notte: oltre alla linea base con un whisky per tipologia (Scotch, Irish, Bourbon e Rye), è bene disporre di almeno due altri validi Irish, di 3 o 4 Scotch Single Malt di qualità (in termini di prezzo, parliamo di bottiglie tra i 50 e i 130 euro) e di un paio di referenze giapponesi di Single Malt. Cocktail bar di un hotel a 5 stelle: l’assortimento deve essere uguale a quello di uno street bar serale, ma arricchito da una dozzina di referenze importanti di Scotch Whisky (con bottiglie dai 200 fino ai 300 euro) da offrire al bicchiere. Bar caffetteria diurno: in questo genere di locale il whisky è poco richiesto. Sono quindi sufficienti un paio di Scotch, un Irish, un Bourbon ed eventualmente un Rye. Quanto investire per i whisky da miscelare nei drink: spetta al gusto e alla strategia commerciale del barman scegliere nello specifico le etichette della linea base, ma il consiglio è di orientarsi su prodotti tra i 15 e i 20 euro per creare i classici e i signature in menù e di proporre referenze entro i 30 euro (con un sovrapprezzo rispetto al menù) per i drink CLAUDIO RIVA di una collezione di nove Single Malt storici che sono stati presentati però con un imballaggio speciale, tematico. Di queste, i primi sette sono dedicati alle sette casate, l’ottavo ai Guardiani della notte e l’ultimo, Six King- doms – Mortlach 15YO (uscito da poco) a Bran Stark, ultimo Greenseer e nuovo Re sul Trono di Spade”, ricorda Franco Gaspar- ri Master Ambassador di Diageo. Che poi com- menta: “Senza dubbio è stata un’operazione di marketing azzeccata. La risposta del pubblico è stata estremamen- te positiva, così come quella degli operatori di settore”. Non è finita: come av- viene nel mondo del gin, anche in quello del whisky oggi territorialità e uso di materie prime del luogo sono fattori determinanti per il successo. Risultato? “Sono state lanciate etichette in Paesi privi di una tradizione nella produzione del whisky come Italia, Francia e Messico”, ricorda Luigi Fer- rario , co-titolare di Casa Mia, il primo cocktail bar di Milano a introdurre nel 2015 una whisky list con oltre 100 referenze, che oggi sfiorano le 200. E ancora: “Ulteriore trend è il moltiplicarsi delle distillerie indipendenti e artigianali, fenomeno che ricorda quanto è accaduto nel settore della birra”, commenta Claudio Riva , fondatore e presidente di Whisky Club Italia. QUALE DRINK PROPORRE A UN NEOFITA DEL WHISKY consigli di CLAUDIO RIVA, fondatore e presidente di Whisky Club Italia Se non esistono regole rigide, ci sono alcune massime da tenere presente. “In genere, un amante del Daiquiri apprezza il Whisky Sour in coppetta senza ghiaccio con un Bourbon morbido. Per chi beve drink bitter come il Negroni, invece, sono più indicati Manhattan, Rob Roy e Old Fashioned. E ancora: gli appassionati del Mojito potranno gradire un Mint Julep magari rivisitato in chiave più morbida (vedi la ricetta di Adriana Firicano, Lady Amarena Italia 2019, ndr ) e i fan dello zenzero un Penicillin”. LUIGI FERRARIO
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