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Presto McDonald’s utilizzerà algoritmi di intelligenza artificiale per l’elaborazione di menu personalizzati, basati sulle preferenze del cliente. 13 Febbraio 2020 agari non ci abbiamo ancora fatto troppo caso, ma l’Intel- ligenza Artificiale è già oggi una compagnia costante delle nostre giornate. Abbiamo a che fare con l’AI (Artificiale In- telligence) quando pronunciamo “Ok Google” o “Hey Siri” per atti- vare funzioni e applicazioni sullo smartphone, quando interagiamo con un chatbot su internet per avere informazioni e assistenza su un servizio o un prodotto, quando cerchiamo su una mappa digitale il percorso più veloce per arrivare in un certo posto a una certa ora. Ma è solo l’inizio. Perché l’AI è destinata a rivoluzionare i pro- cessi aziendali, le dinamiche lavorative e la relazione con i clienti in tanti settori, compreso quello dell’HoReCa. E non serve far lavorare troppo la fantasia per prefigurare sce- nari fantascientifici: le prime applicazioni sono già realtà o sono pros- sime al debutto, almeno in forma sperimentale. Il che significa, data la velocità dello sviluppo tecnologiconel terzomillennio, che per gli tutti gli operatori del settore il momento è quello giusto per capire come si evolverà il business nel prossimo futuro, che è adesso! Domani sarà già troppo tardi. MCDONALD’S INVESTE SULL’AI Lo scorsomarzo, il colossomondialedei fast food McDonald’s hamesso a segno la suapiù grande acquisizione da vent’anni a questaparte sbor- sando 300milioni di dollari (stando a quanto riportato daBloomberg) per la startup israeliana Dynamic Yeld . Che, non a caso, ha sviluppato una tecnologiabasata su algoritmi di intelligenza artificiale per l’elabo- razione di menu personalizzati attraverso l’analisi dei dati delle prefe- renze dei clienti. Quindi, integrando la tecnologia di Dynamic Yeld nelle proprie piattaformedigitali –dai display touchper effettuare gli ordini nei risto- ranti alle appmobili –McDonald’s potrà proporre a ogni cliente un’of- ferta “sumisura” sullabasedi cibi ebevande già scelti e tenendoconto in tempo reale di variabili quali disponibilità dimagazzino, stagionalità e trenddella domanda a livello locale. Un’evoluzione che nonpotrà non pesare sull’intero settore della ristorazione: l’era della rigida standar- dizzazione deimenu, che per decenni ha caratterizzato –nel bene e nel male – le multinazionali del “cibo veloce”, è destinata a tramontare in tempi brevi, assottigliando così il vantaggio competitivo di quegli ope- ratori che proprio sulla personalizzazione dell’offerta – costruita non conalgoritmima sull’esperienza e sulle scelte imprenditoriali –avevano costruito la propria “alternatività” a McDonald’s & C. Ma non è solo sulla personalizzazione dell’esperienza dei clien- ti che il colosso di Chicago punta i suoi investimenti sul fronte della tecnologia e dell’AI. In un sobborgo di Chicago, McDonald’s sta infatti sperimentando da questa estate un’applicazione di riconoscimento vocale – sviluppata da un’altra startup, la californiana Apprente – per ricevere gli ordini degli automobilisti al McDrive nonché una friggi- trice robotica per le patatine, allo scopo di semplificare la gestione di alcuni processi da parte del personale. M →
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