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36 Mixer Pubblico esercizio Specialty, quo vadis? caffè / Il Milan Coffee Festival è stato una bella occasione per incontrare esperti e pionieri del settore e fare con loro il punto sulla situazione del “caffè artigianale” nel nostro Paese. di Bianca Celasco CHIARA BERGONZI Authorised trainer SCA, campionessa italiana Latteart 2012, 2013, 2014 IMPRESSIONI DEL FESTIVAL Roast Masters di cui sono stata giudice è stata una gara bella, divertente e ben organizzata. Il Lab era in posizione infelice e la gente non ci arri- vava. L’affluenza secondo me è stata minore rispetto all’anno scorso e con meno stand. La fiera è molto carina ma non è un festival, dovrebbe aprirsi come tutti i festival di Milano sui giornali, legarsi alla fashion week o al fuorisalone, deve diventare un evento “open”. IL MONDO SPECIALTY IN ITALIA Dal punto di vista numerico siamo molto indietro, ma rispetto a qual- che anno fa stiamo davvero facendo passi da gigante. Nelle città qual- cosa si sta muovendo, i giovani si stanno sempre più interessando e documentando, stiamo facendo molta comunicazione rispetto allo Specialty coffee, cerchiamo di far capire che il micro roaster se lavora con la qualità e professionalmente è cento volte meglio del torrefattore mainstream, ovvero c’è la stessa differenza che passa tra una birra ar- tigianale e una industriale. Il movimento c’è, è ancora basso rispetto a quello che dovrebbe essere. I l Milan Coffee Festival dello scorso dicembre ha chiuso un anno in movimento per la caffetteria italiana ed è stato uno spunto per riflettere sullo stato del caffè Specialty in Italia. Per questo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti incontrati tra gli stand come hanno vissuto il festival e soprattutto a che punto è e dove sta andando lo Specialty in Italia. Ecco cosa ci hanno raccontato.
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