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49 Febbraio 2020 La nuova onda dei ristoranti cinesi cucina etnica / Giovani imprenditori hanno deciso di alzare il livello proponendo dei piatti autenticamente tradizionali, buoni, sani e “puliti” in locali piacevoli ed accoglienti. Funzionano. Perché è quello che cerca il cliente oggi. di Bianca Celasco SINISTRA Il ‘MU bao’ di Torino porta in tavola il cibo da strada cinese, cucinato in sei diverse versioni dallo chef Kin Cheung SOPRA I piatti del Maoji Mini di Milano iccoli o da asporto, gestiti da giovani che sono cresciuti e han- no studiato in Italia, frequentati da cinesi e italiani curiosi, con ingredienti tracciati e di qualità e ricette tradizionali che pescano dalla tradizione delle regioni meno esplorate: Sichuan, Hu- nan, Dongbei. Sono i nuovi ristoranti cinesi aperti negli ultimi anni in quel laboratorio di trend culinari che è Milano. Nelle zone più vivaci, nella storica “Chinatown” di Paolo Sarpi ma, soprattutto, nell’emergente quartiere di NoLo (North of Loreto) fino a poco fa stigmatizzato (ed evitato) per l’alto tasso di immigrazio- ne e oggi fucina di talenti. Abbiamo parlato con i protagonisti di questa nuova onda cercando di capire come è nato il trend. E se ci sono delle idee da cui prendere spunto – come crediamo – mutuandole anche in altre cucine, italiana compresa. DAI RAVIOLI ALLA TRATTORIA: LE NOVE SCODELLE “Stiamo cercando di portare un cambiamento: io non vengo da una famiglia di ristoratori, sono partito da zero e ho creato un ristorante come me lo immaginavo io – dichiara subito Huijian Zhou. Tutto co- mincia nel dicembre 2015 con la pionieristica ravioleria Sarpi – “Inizia- tiva coraggiosa, o meglio, incosciente perché non si era mai visto un posto piccolo che serviva solo ravioli di qualità, fatti al momento a vi- sta e con ingredienti certificati. C’erano troppi miti da sfatare sul cinese come ristorante di basso prezzo e bassa qualità. Del resto la lavorazio- ne e la cottura a vista si rifanno alla tradizione cinese”. In particolare quella di Donbei, a nord-est della Cina, una zona grande tre volte l’Italia, con una cultura profonda del raviolo. P Ristorazione →
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