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Marzo 2020 1 Bar e ristoranti nelle ghost town del Coronavirus Editoriale S crivoquestemie righe inun contesto che so- lo poche settimane fa avremmo definito da fantascienza apocalittica. Il luogo in cui lavoro, FieraMilano, solitamente af- follato da centinaia di persone, è deserto. Tutti sono a casa per ragioni di sicurezza in ottemperanza ai decreti di questi giorni e sono quasi solo, con pochi altri colleghi espressamente autorizzati ad essere presenti oggi. C’è silenzio tuttoattornoedove c’eranovoci, movimento e persone indaffarate, oggi c’è il vuoto. Per raggiungere l’ufficio di Rho dove lavo- ro, ho attraversato nell’ora di punta una delle zo- ne produttive più sviluppate non solo d’Italia, ma dell’intera Europa. Ma l’impressione era di trovarsi in un Paese sottopopolato. Per potermi muovere ho dovuto portare con me un foglio da esibire alle for- ze dell’ordine, che certifica che sono autorizzato ad essere fuori casaper ragioni di lavoro. In caso contra- rio, avrei dovuto rimanere tra le mura domestiche. Lacittadina incui vivo, ieri sera sembravauna sortadi ghost towndei tempimoderni. Stradedeser- te, pochi veicoli, pochi passanti, tutti seri e silenziosi. Ilmondo sembra improvvisamente cambia- to nel giro di pochissimi giorni. Di questa situazione non troverete notizia nelleprossimepagine. Gli effetti del Coronavirus sul- le nostre vite quotidiane si sono abbattuti a numero di Mixer ormai chiuso e riesco a darne notizia solo in questomio spazio. Quel che è certo è che il primo settore eco- nomico colpito da quel che sta succedendo è pro- prio quello del quale parliamo. Il mondo dei pub- blici esercizi è messo in ginocchio. Impossibilitato ad operare. Non è questo il momento per discutere se i provvedimenti varati dalle autorità siano stati corretti, se l’impressionedi indecisione sia giustifica- bile di fronte ad un evento così imprevedibile emai accaduto prima. Il tempo aiuterà a capire. Nel momento in cui scrivo, i locali serali so- no chiusi, i ristoranti operano solo all’ora di pran- zo e con un numero di clienti potenziali ridotto al lumicino, i bar sono tenuti all’osservanza di misure ragionevolima di difficile applicazione. Basti pensa- re a quanti locali sono costruiti in ragione del banco bar, che oggi è diventato una sorta di zona off limits. Comeha spiegato il Presidentedi Fipe-Con- fcommercio, “300mila imprese e un milione di la- voratori del settore (…) sonomessi in grave crisi da una situazione preoccupante affrontata con prov- vedimenti che non hanno precedenti nella storia repubblicana. (…) Gli imprenditori che FIpe-Con- fcommercio rappresenta rispetteranno i provvedi- menti annunciati e in tanti si stanno impegnando in queste ore per garantire vivibilità e servizio alle comunità in cui operano, ben consapevoli del ruolo sociale svolto e dei rischi sanitari in cui incorrono. È un dovere per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche, far pre- sente che alcune disposizioni appaiono incoerenti e altre risultanodi difficile applicazione (…) Compren- sione e solidarietà vanno a tutti gli imprenditori che inquestomomento sonomessi di fronte a scelte do- lorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivoltoa coloroche stannocercandoconsensocivico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio. (…) Ci saràmodo di riflettere ediscutere suquantoè accaduto,maquesto è il momento della responsabilità e dello stare uniti come cittadini e come imprenditori”. Condividiamo queste parole. ❁ di DAVID MIGLIORI Mixer
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