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70 Dossier Mixer Lasciamoci suggestionare dal gusto! nutrizionista / Lo dice anche l’esperto: in fatto di soft drink il consumatore sceglie profumi e gusti in grado di far viaggiare con il palato e con la fantasia con un occhio sempre attento alla salute. di Maria Elena Dipace A lla categoriadei softdrinkappartieneunavasta seriedi bevande chehanno incomune fra loroalcunecaratteristichedi base: sono a base di acqua (gassata o no), con l’aggiunta di aromi, succhi di frutta o estratti, e sono privi di alcol. Si tratta di una lunghissima varietà di prodotti che vannoda limonate a cola, da acque toniche adaranciate, da tè o caffè (freddi) confezionati sino a bevande proposte come ener- gizzanti, stimolanti, drenanti, reidratanti, rilassanti e così via. Uncampo davveroesteso, perproposte commerciali che fannopresa specialmente (ma non solo) sul pubblico giovane e su un’idea di consumo più “legge- ra” e “friendly”: ciò giustifica il grandissimo successo dei soft drink che, quindi, sono più volte finiti nelle attenzioni di chi si occupa di salute, oltre che in quelle di chi produce e propone queste bevande. Facciamo chiarezza sul settore parlando con ilmedico e nutrizionista CarloCasa- massima, grande esperto inmateria. Se in passato non vi erano grosse limitazioni rispetto all’uso dei soft drink, ora le indicazioni di medici e nutrizionisti è di non abusare di questo genere di bevande. La sensazione è che, al di là di quei soggetti ovequestaindicazioneèpressochéobbligata,visiaunaeccessivademo- nizzazionediquestipiccolipiaceriche–conmoderazione–cisipotreb- be concedere. Damedico, che opinione ha rispetto a questi prodotti? In effetti in passato non si erano avanzate grosse perplessità sull’uso dei soft drink: il consumo era relativamente limitato e, probabilmente, unaminore disponibilità economica da parte della grandemassa degli utenti – reali opotenziali –necostituivano fattori dimoderazioneall’uso. Ciònon toglie chebottigliedi aranciate e cola ci sono sempre statenelle ‘tavolate’, nelle festività o nelle uscite fuori porta degli italiani. I consigli relativi al non abusarne nascevanopiùda una concezione “morigerata” della vita che non da consapevolezze scientifiche. Col tempo, invece, econl’aumentodella fruizione, si è fattastrada l’ideadi diventarepiù consapevoli sull’argomento, valutando i possibili rischi e tendendoquindi a scoraggiare unesagerato consumodi “bibite. Siamounpopolomoltosoggettoapatologiedaalimentazioneeccessiva e quelle bevande potrebbero avere – in alcuni casi – un ruolo negativo sulla salute. Tutti però si sono fatti più attenti (industria compresa). Se- gno che il fascinodi quelle bevande èmolto forte ed è sbagliato affidare il messaggio della buona salute alla semplicistica demonizzazione dei prodotti. Da tenere inconsiderazione lo sforzo che le aziendedel settore stanno affrontando proprio per venire incontro a questemutate esigenze dei consumatori. Ecco quindi le nuove bevande senza zuccheri aggiunti, zero calorie, oppure con impiegodi sostanze come la stevia. Cosapos- siamo dire di queste newentry? La richiesta di qualità, e la necessità di migliorarsi, hanno spinto l’indu- stria a proporre soft drink di tantissime tipologie, che però – e inevita- bilmente – si indirizzano, e si indirizzeranno, sempre più verso alcuni punti cardinali, incontrando alcune giuste esigenze di fondo. Innanzi- tutto quella di ridurre o limitare – o in qualche caso – evitare zuccheri e/o zuccheri aggiunti. Siamo unPaese conun’alta incidenza di obesità e diabete, incui sovrappeso, sindromemetabolicaedislipidemie, portano un carico di responsabilità di grande importanza per la nascita o l’ag- gravamento di questi quadri patologici: ridurre la quantità di zuccheri nelle bevande “di compagnia” è certamente un atto di maturità sia di
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