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72 Dossier Mixer “Affermare un brand è possibile solo attraverso la diffusione dello stesso – secondo Enzo Rillo, patron de La Fortezza – L’azienda è alla continua ricerca della novità e dell’innovazione, sempre con l’obiettivo principale della soddisfazione della clientela. Un prodot- to diventa buono quando il consumatore riesce a trovarlo, e quindi a sceglierlo, e infine ad apprezzarlo. La nostra forza sta proprio nella qualità e nella bontà dei nostri vini. Se un consumatore ha la possibilità di provarlo, abbiamo la certezza che avrà la volontà anche di riacquistarlo. Ma sappiamo bene che i ristoranti stellati non sono accessibili a tutti, pertanto l’interes- se rimane quello di poter avvicinare e servire i ristoranti con cucina tipica, le trattorie di qualità, le pizzerie gourmet, in modo da dare la possibilità ai consumatori di provare ed apprezzare i nostri vini”. Bisogna quindi avere una buona presenza sul territorio domestico? Non solo, puntare in maniera convinta al mercato internazionale, consolidando ciò che è già attivo e spingendosi versomaggiori e inte- ressanti risultati. I mercati di maggiore interesse restano quello ame- ricano, asiatico e tedesco. Abbiamo investito in maniera significativa sulle bollicine, siamo riusciti ad anticipare le tendenze di mercato ca- pendo in anticipo che il mondo del vino si stava proiettando verso gli spumanti, grazie ai quali si raggiunge un pubblico più vasto. È stato semplice porre l’attenzione su uno spumante di Falanghina? No, in quanto tutti associano la parola bollicina al prosecco e offrire qualcosa di diversonon è stato facile. Ma ci abbiamo creduto, forti del- lamateria prima utilizzata: il meraviglioso vitigno della Falanghina è ricco di struttura, freschezza, corpo e acidità, così il prodotto si presta benissimo ad essere spumantizzato. ATTENZIONE MASSIMA AL CLIENTE Nicola Pastore, direttore commerciale de La Fortezza, parla di qualità, immagine e supporto all’area vendita Horeca grazie a eventi, presen- tazioni, degustazioni specifiche. “Tutto ciò che possa servire per far conoscere la nostra realtà produttiva, ma anche il nostro territorio, il Sannio”. Precisa che la sua azienda e la tenuta omonima sonodue azien- de differenti (“ovviamente c’è sinergia, perché ognuna dà supporto all’altra”) e illustra l’appoggio fornito al cliente nella presentazione e nell’abbinamento dei vini di casa con i piatti della cucina della pro- pria tenuta. “Cibo e vino vanno di pari passo, la promozione di un territo- rio parte sia dal piatto che dal bicchiere”. OGGETTISTICA E MATERIALI ESALTANO L’IMMAGINE COORDINATA Antonella Porto, marketing manager, entra nel dettaglio della siner- gia interna. “Le due aziende sono nate l’una per necessità dell’altra. La cantina è nata prima e, subito dopo, è arrivata la tenuta, una location per promuovere tutte le attività come gli openday”. Le attività in loco mettono ancor più in risalto poi l’azzecca- ta scelta di abbinare vino a cibo. “A volte organizziamo serate a tema con un menù che associa direttamente ogni nostro vino a un piatto preciso. Abbiamo collaborato con Vissani, ospite spesso della tenuta. AMilano, abbiamo organizzato una cena conCannavacciuolo. Infine, i nostri distributori horeca fanno il grosso del lavoro posizionandoci al giusto livello. L’importante è creare il giusto equilibrio tra cucina e cantina”. ❁ I CONSIGLI PER ABBINARE VINO E CIBO ◼ Il vino deve essere più acido e più dolce del cibo. ◼ Il vino deve avere la stessa intensità di sapore del cibo. ◼ I vini rossi si abbinano meglio con carni dal sapore audace (carne rossa e similari). ◼ I vini bianchi si abbinano meglio con carni di intensità leggera (pesce, pollo). ◼ I vini amari sono meglio bilanciati con i grassi. ◼ È meglio abbinare il vino alla salsa piuttosto che alla carne. ◼ I vini bianchi, gli spumanti e i rosati creano abbinamenti contrastanti. ◼ I vini rossi creano abbinamenti congruenti. I VINI ◼ I rossi hanno più amarezza. ◼ I bianchi, rosati e spumanti hanno più acidità. ◼ I dolci hanno più dolcezza. MEDAGLIONI DI FILETTO ALLA MARCHIGIANA CON RIDUZIONE ALL’AGLIANICO Dopo aver rosolato i medaglioni, e dopo averli cotti in forno, si prepara una riduzione all’Aglianico, facendo rosolare dolcemente lo scalogno per poi aggiungere il vino a fuoco vivo, con due cucchiaini di zucchero e miele di acacia. L’Aglianico de La Fortezza è protagonista di questo piatto perché il suo gusto asciutto, fruttato e armonioso regala ai medaglioni un sapore complesso ed elegante.
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