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9 Aprile/Maggio 2020 SPAZI DA RIORGANIZZARE Smontare gli infissi della vetrina, dividere il bancone in due con il plexiglass, evitare il più possibile il contatto e la contaminazione tra interno ed esterno, entrata e uscita separate. Ma anche pagamenti contactless, divisione del lavoro, informazioni chiaramente esposte all’esterno. Molti comuni concederanno spazi pubblici gratuitamente a bar e ristoranti (seguendo l’esempio di Vilnius). Si sono viste maschere con visiere per consumare in sicurezza. La riorganizzazione degli spazi è in fase di brain storming. Dubbi sul plexiglass tra i tavoli: costoso e poco pratico. Sul fronte della fiducia, potrebbero giocare un ruolo le certificazioni a corsi che diano la percezione di un luogo sicuro. Julius Meinl ad esempio in collaborazione con la AISC - Austrian Society for Infections Control, ha dato vita al “Safer Coffee Preparation Training”: la formazione online fornisce consigli pratici su come organizzare la riapertura (in Austria il 15 maggio per bar e ristoranti). Tra le “dritte”: posizionare i contenitori per le bustine di zucchero, i biscotti o le bustine di tè in modo da evitare che vengano maneggiati dai clienti e che sia mantenuta la distanza di sicurezza, indossare sempre la mascherina e disinfettare le mani prima di ogni preparazione, lasciare sempre aperte le porte non scorrevoli per evitare il contatto con la maniglia e posizionare all’entrata un dispenser di liquido igienizzante. Una serie di utili suggerimenti per la riapertura sono stati pubblicati da SCA Italy qui https://www.scaitaly.coffee/vademecum-barista è stato tra i primi ad aprire i suoi bar, il 27 aprile a Vignola e poi a Bologna. “Un solo addetto, porte e fi- nestre aperte, distanzapersonale,mascherine guanti e sanificazione continua di superfici emaniglie. Con gli incassi probabilmentenoncopriremo le spese,ma vogliamo segnalare che ci siamo. Hoavuto tantema- nifestazioni di solidarietà, un signore anzianomi ha detto che siamo ‘i nuovi partigiani di questa guerra carogna’ e mi ha fattomolto piacere”. “Abbiamo riaperto senza ragionare sui costi maper sentirci vivi, aspettiamodi capirequantotem- po occorrerà per tornare alla normalità. E non tutti potranno resistere” conferma Francesco Sanapo di Ditta Artigianale a Firenze. QUESTIONE DI CULTURA (INTRAMONTABILE) Il bar èmancatoa tutti, il suo caffèpure. “Nonhomai ricevuto tanto interessamento per il prodotto, così tanta voglia di scoprire” dice Luigi OdelloPresidente Centro Studi Assaggiatori. Esiste il rischio che venga persa la cultura del bar italiano? “Ecco, questo è dav- vero il pericolo da evitare. Consumare l’espresso in un bicchierino di carta o di plastica equivale a bere un Barolo dalla bottiglia. Come pure occorre difen- dere la socialità del bar e il rapporto con il barista. Io ho una discreta dotazione in ufficio per farmi il caf- fè, eppure a volte esco e vado al bar. Per fare quattro passi, ma soprattutto per il piacere di polemizzare con il mio barista sul suo operato”. “Il bancone? Anche se per un po’ dobbiamo dimenticarcelo – ricorda Sanapo – è un simbolo di una ritualità che spero non vada persa, magari però con un caffè migliore”. NUOVA QUALITÀ “GREEN” È anche vero che le abitudini come quella della cola- zione al bar sarannoper un certo tempo stravolte da nuovi orari emodalitàdi lavoro.Molti non torneran- no e giudicheranno la qualità del caffè. “Tenendo Consumare l’espresso in un bicchierino di carta o di plastica equivale a bere un Barolo dalla bottiglia. SINISTRA Luigi Odello, Presidente Centro Studi Assaggiatori → Foto: Marco Baldini

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