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109 Aprile/Maggio 2020 “animali sociali” e il piacere di condivideremomen- ti speciali non verrà mai meno, dovremmo farlo con un certo riguardo, almeno per un po’, ma se- dersi a un tavolo e sorseggiare assieme un calice di vino resterà sempre un aspetto importante della nostra vita. PIACERE E SOLIDARIETÀ Unmessaggiodi positività, utile per dare una spinta a tutto il comparto dell’enogastronomia, comprese le piccole realtà. Serve avere una visionemolto am- pia, capace di andare oltre le difficoltà delmomento affinché un buon bicchiere di vino resti un piacere al quale non rinunciare. La caleidoscopica impronta italiana ci dà una ga- ranzia sulla quale fare leva: «Restiamo fedeli alle origini delle nostre tradizioni, dando il giusto valore ai nostri prodotti, al comparto agroalimentare, al mondo del vino – continua il professore Manella – Sono convinto che l’enogastronomia in generale sarà capace di giocare una partita fondamentale per il Paese, una partita che saprà vincere, facendo scendere in campo non solo la qualità ma anche la solidarietà!». SeVerdi ne LaTraviata fa cantare adAlfredo Libiamo , libiamo ne’ lieti calici/Che la belleza infio- ra./ E la fuggevol ora s’inebrii/A voluttà , allo stesso modo possiamo esprimere la nostalgia per l’hap- py hour, l’ora felice, che ha segnato e segnerà molti momenti della vita in cui la voglia di condivisione è – e sarà – sempre forte. «I social e la presenza di internet hanno modificato molto il panorama, soprattutto tra i giovanissimi – conclude Gabriele Manella – ma il desiderio di stare assieme sopravvive (e sopravvi- verà anche questa volta) perché il mondo dell’e- nogastronomia è sempre stato un collante natu- rale». E se il vino rimane il simbolo assoluto della convivialità, un selfie di gruppo con un calice in mano o seduti a un tavolo, sarà guardato con oc- chi diversi perché starà a significare che siamo di nuovo liberi. ❁ “Ci vediamo per bere qualcosa assieme”: una frase che racchiude il senso stesso della convivialità. SOPRA Gabriele Manella, professore dell’Università di Bologna, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia l’esperienza. Questo vale per l’enologiamaper qual- siasi altro prodotto che nasca dalla terra». In ambito sociologico, il vino ha sempre svolto un ruolo fondamentale e questo compito continuerà a svolgerlo; ha una simbologia intrin- seca, al di là dellamera qualità o dei gusti soggettivi, raccoglie una variegata serie di elementi che spesso vengono dati per scontati ma che, oggi più chemai, parlano ad alta voce, esprimendo il valore assoluto di consuete abitudini o espressioni. Basta citare una frase su tutte: “Ci vediamo per bere qualcosa assieme”, per comprendere quan- to possa essere d’impatto, soprattutto se analizza- ta con gli occhi della situazione odierna: il verbo “bere”, l’avverbio “assieme” e il pronome indefinito “qualcosa” (che sempre si declina in un drink, in un bicchiere di vino o inun caffè), racchiudono il senso della convivialità. AMICIZIA E FAMILIARITÀ «RayOldenburg, un sociologo statunitense, parlava dell’importanza dei luoghi di ritrovo informali, che lui chiamava third places , perché erano “luoghi ter- zi” rispetto alla casa e al lavoro – spiega il professore – Io credo che la forza del “bere qualcosa assieme” stia qui, nel piacere di ritrovarsi in “campo neutro”, dove è possibile stare con i propri amici in un clima che è comunque familiare». Amicizia e familiarità diventano sinonimi in un ri- tuale destinato a durare: «Il piacere di stare assieme non vale solo per le grandi città, come per esempio in occasione dell’aperitivo, ma anche nei piccoli centri! In Italia ce ne sono ancora molti e i ritrovi di questo tipo, a volte, sono l’unica possibilità di passare del tempo libero fuori di casa», prosegue Manella. Senza ombra di dubbio la sicurezza sarà una delle priorità, anche all’interno dei locali dove si dovranno rispettare le norme di distanza sociale, la pulizia degli ambienti, il rispetto reciproco, ma la voglia di stare assieme non si esaurirà: è una ne- cessità sostanziale, fa parte della nostra vita, siamo

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