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73 Aprile/Maggio 2020 A lbertoPoletti è il proprietariodelMoodCafé di Borgomanero inprovincia di Novara. Do- po aver iniziato ad avventurarsi nel mondo della miscelazione a Roma, passando tra ristoranti, cocktail bar ediscoteche, decidedi tornare a casaper una nuova esperienza. Di lì a poco aprirà come re- sponsabile lo ‘049’ di Novara, diventato negli anni il fulcrodellamovidanovarese. Nel 2013nasce – come lodefinisce lui – suo “figlio”, ilMoodCafé, cocktail bar ispirato ai migliori locali milanesi. Partiamo dalle origini. Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera del bartender? La fame… Nel 2005, dopo una breve esperienza ad Amici diMariaDe Filippi, mi sono trasferito a Roma per continuare a studiare recitazione per il cinema. Ho sempre cercato di essere super indipendente e la vita incittàcostaparecchio, cosi dopounamolteplice serie di lavoretti, un po’ per caso, sono entrato a far parte dello staff di un locale serale a Ponte Milvio. Diciamo che lì ho portato i miei primi vassoi… dopo essere passato poi per un paio di ristoranti, nei quali ho sempre chiesto di stare al banco bar, ho deciso che quello doveva essere il mio lavoro; così ho fre- quentato il mio primo corso da barman. È così che ufficialmente è partita lamia vita dietro al bancone. Sappiamo che, oltre a gestire il Mood Café, collabori attivamente con Planet One. Puoi raccontarci cosa fai e qual è il tuo ruolo? Comedicevoprima, in tempi nonsospetti ho tentato di fare l’attore, ma probabilmente nonmi sonomai trovato nel posto giusto al momento giusto, oppu- re – semplicemente – non era quella la mia strada… Nella vita a volte il destino ti porta delle fan- tastiche opportunità…nel 2017, comemolti barman in tutta Italia, ho partecipato alla quarta edizione della Campari Barman Competition classificando- mi quarto. In occasione della semifinale sono stato notato dagli organizzatori dellamanifestazione che mi hanno scelto come testimonial dello spot della quinta edizione permettendomi di unire le due più grandi passioni dellamia vita, la recitazione e lami- scelazione! Proprioquello spot ha fatto inmodo che nascesse la collaborazione conPlanetOne investedi “manista”, cosi ho avuto la fortuna di partecipare a diversi shootingper alcuni tra i più importanti brand del settore, nei quali preparo da bere davanti alla te- lecamera, in pratica recito con le mani. Il Mood Café si trova in un piccolo paese. Quali sono secondo te le difficoltà di gestione per mantenere sempre attivo e vivace un locale come il tuo in una realtà di questo genere? Sicuramente lavorare inunpaesedi provincia, rispet- to alla grande città, ha i suoi lati positivi. Io poi ho la fortuna di vivere in una zona davvero magnifica, in mezzo a due laghi e non distante dalla montagna. Chiaramente ci sono alcune difficolta che vanno as- → solutamente prese in considerazione, prima su tutte il bacino di utenza, non tanto riferito al numero in sé di persone che possono facilmente raggiungere il locale, ma da quanto una piccola sbavatura possa diffondersi tanto velocemente. “Il paese è piccolo, e la gente mormora” e in una piccola realtà come quella di Borgomanerobisogna sempre tenere altis- sima l’attenzione anche fuori dal lavoro. Importante è anche studiare, cercaredi dare ai clienti qualcosadi nuovo, che sia un cocktail, unapresentazione sceno- graficaouna seratadimusicadal vivo, bisognaamare questo lavoro e, credo, questo valga qui come in una grande metropoli. Ispirazioni, materia prima e cliente: come si combinano questi fattori quando si crea una drink list? L’ispirazione per i miei drink arriva sempre un po’ per caso: da una chiacchierata con un cliente a un viaggio fattoochevorrei fare, oppure semplicemente da un ingrediente che mi è capitato tra le mani. La cosa più importante però è che dietro a ogni drink ci sia una storia. Quello secondome è il vero segreto di un buon cocktail; se arriva da un’esperienza vissuta significa che proviene dal cuore e ciò che arriva da lì non può che essere buono. Mettere insieme tre cose a caso è facile, il difficile e trovare un perché quelle tre cosedebbano stare insieme; ci vuolequalcosa che le colleghi e, se la trovi, staranno bene sicuramente. Ovviamente bisogna fare i conti con la repe- ribilità dellematerie prime: non tutto qui è facile da trovare come incittào, quantomeno, nonè semplice trovarlo regolarmente. Il cliente inunpaese così pic- colo va abituato a bere, ha necessariamente bisogno di fidarsi di chi hadi fronte; nonpuoi speraredi stupi- re subito tutti coneffetti speciali, bisognaarrivarci Alberto Poletti ARIA - 30 ml Generous Gin - 45 ml St. Germain - 30 ml succo di limone fresco - 15 ml sciroppo di zucchero - 15 ml albume d’uovo pastorizzato - 2 vaporizzate di tintura alla lavanda Bordiga Tecnica: shake and strain Guarnizione: fetta di lime essiccato Bicchiere: coppetta cocktail UP & DOWN UP : Whisky, Gin STABILE : Vermouth, Bitter DOWN : Rum, Caçacha Le due più grandi passioni della mia vita sono la recitazione e la miscelazione.

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