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65 Giugno 2020 quellodegli aromi, si è fattapiù intensa. L’aromatiere, è il vocabolo che meglio descrive chi conosce erbe e aromi e crea conaziendenuovi prodotti. Dadistillati a liquori il passo è breve. Oltre a essere aromatiere, sei anche un’insegnante di mixology e appassionata di erboristica. Puoi raccontarci come sei approdata a queste discipline? Da piccolami affascinava andate in erboristeria per- ché c’era una signora, di cui non ricordo il nome, che aveva sempre un rimedio per ogni cosa e sapeva co- me usare tutti i misteriosi barattoli che erano sugli scaffali. Presto, mi accorsi di esser portata per quel mondo e mi divertiva cercare i nomi dei fiori che crescevano qua e là. Sono un’analista contabile, ra- gioniera, ma la curiosità e la voglia di essere come la signora dai capelli rossi henné che ci serviva i suoi intrugli, fu più forte. Terminati gli studi, e ormai compiuti i 18 an- ni, feci un viaggio tra Siria e Turchia. Nacque così il bisogno di conoscere tutto lo scibile di quei profu- mi inattesi che loro chiamavano spezie. Un giorno, Mangiai qualcosa che nonmi fece un granché bene; mi indicarono a Damasco un’antica Apotheke che avrebbe sicuramente calmato i miei crampi. Imma- ginate una specie di “Umpa Lumpa” con un camice biancochevi accoglieeparlapoco l’inglese, ed io, con il mio scolastico. Beh, ci capimmo! Aun certopunto iniziò il suo saliscendi dalla scala, a mo’ di libreria, in questa parete fatta solo di cassetti di legno. Chiesi cosa c’era in tutti quei cas- setti, e risposte: erbemedicinali, droghe e spezie. Mi creò un intruglio, e poi da quella polvere, le pastiglie in capsula. Mi scrisse le quantità e i nomi usando il ceppo e la definizione botanica. Tornai il giorno do- po, il mal di pancia non c’era più, volevo ringraziare e fare due chiacchiere. Mi spiegò che in quella zona erano fortunati perché il mercato era in un punto di grande scambio culturale tra oriente e occidente e, quindi, più semplice reperire materie prime in- trovabili. Chiesi, quante sono in generale le erbe e le spezie, e lui rispose: ‘dalle duecento alle millecin- quecento specie diverse’. Pensai, voglio conoscerle tutte! Così mi iscrissi a scienze erboristiche, tanto nozionismo ma poca magia. Mi informai. Iniziò la mia fame di libri in cui cercavo i paralleli tra folklo- re,misticismo, chimica, tradizioni…e inciampai nel- la parola alchimia, un termine che subito mi portò indietro nel tempo, in uno storico ame sconosciuto ma, d’istinto, affine. Cambiai ilmiometododi studio e, siccome la parola alchimia era sempre associata a un retaggio culturale negativo, evitai di parlarne in pubblico. Due motivazioni, non ne sapevo abba- stanza per contrastare il confronto e, avevo un mo- do tuttomio di leggerla. Spagiria, la luna e le sue fasi, botanica, chimicaorganicabiologia efitoterapia. Un grandebagaglioda costruire. Aquesto si aggiunseun giorno la sensazione di essermi invaghita di unbari- sta; in realtà, quellodi cuimi ero innamorata, erano i → suoimovimenti dietroal bancobar. Feci così dei cor- si per bartender, anche se la femmina era ancora un po’ discriminata. La fortuna mi venne incontro nel 1997, quando, spinta dall’idea e dal sogno di avere un bar tutto mio, aprii con altre persone Opera che ai tempi di chiamava Café, come del resto la moda consigliava. Unanno, edivenne tuttomioe si trasfor- mò in “Opera 33”. Non terminai gli studi erboristici, io volevo solo sapere cosa c’era in ogni bottiglia di amaro e come era fatto un bitter. Nel 1999 decisi di ‘giocare’ a fare la barista interpretando il cammino dello speziere. E così i drink avevano spezie come garnish e, sotto Opera 33, aggiunsi la dicitura ‘dro- gheria delle spezie’. Oggi insegnomixology conunmetododiffe- rentedai soliti canoni: porto i curiosi a faredomande, per poimostrare i processi di trasformazione. In chi- mica le risposte si manifestano anche quando non sappiamo fare la giusta domanda. Mixology è logica dimiscelazione, poi, con la conoscenza saràmixabili- ty e, l’estro, divertamixart. Lo studio, unmetodo che può svelaremoltopiù cheuna sola risposta, bensì un universoda scoprire, quellodegli aromi edei profumi che la natura ci offre. Cosa significa in termini pratici gestire locali come Opera 33 e Oro scrt room? In termini pratici, studioe sperimento,mi confronto con gli avventori, che ormai sono anche amici, con i quali è interessante parlare di gusti. Opera 33 è il laboratorio sperimentale che mi accoglie tra aromi, spezie, alambicchi e contagocce. OrO è un po’ un approccio più sartoriale, Terry Monroe 23KT Ventitrè carati è il drink dalla texture OrO, dedicato all’omonimo salotto OrO scrt room. Vaniglia, camomilla, pepe del Bhuthan, fiori d’arancio. La texture è creata con della gomma di xantano in vodka con estrazione di camomilla. Tra le preparazioni lo chiamiamo “Stardust” La VodkaMilla è una tintura di vodka con camomilla nella dose di 3gr/L - 1,5 cl Stardust - 4,0 cl VodkaMilla - 1,0 cl liquore alla vaniglia chiaro - 7 gocce di tintura al pepe del Bhutan - Fiori d’arancio come cocktail finish, una vaporizzata Gusto intenso della camomilla, retrogusto delicato e pungente di vaniglia e pepe, all’olfatto i fiori d’arancio. UP & DOWN UP : Whisky STABILE : Vodka DOWN : Tequila Non terminai gli studi erboristici, io volevo solo sapere cosa c’era in ogni bottiglia di amaro e come era fatto un bitter.
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