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87 Giugno 2020 ciscono poi condizioni fra le migliori per coltivare uve di alto livello qualitativo e dal perfetto grado di maturazione. Se si unisce a questo, come nel caso di Tiefenbrunner, una storia aziendale che risale al 1848 (anche se il podere ‘Linticlar’ è già citato in do- cumenti del 1200) e con tracce di coltivazione che risalgono addirittura alla preistoria, e una rinoman- za per la produzione del vino già nota ai romani, si capisce comenel successomodernodi questa area in realtà esista davvero poco di casuale, piuttosto una commistione di artigianato, passione e volontà che hanno plasmato il rapporto simbiotico dell’uomo con la natura. UNA STORIA AFFASCINANTE 25 ettari di proprietà, sotto l’aura protettiva del Ca- stello Turmhof, la cui torre fu edificata in epocame- dievale, cui si uniscono altri 50 dei conferitori, che si concretizzano in una serie di etichette nutritama insieme di grandissima qualità, conferma dell’ec- cellente lavoro svolto sia in vigna che in cantina. La storia moderna della cantina Tiefenbrunner inizia con nonno Herbert, il padre dell’attuale proprieta- rio Christof, alla guida dal 2012 con l’ausilio della moglie Sabine. Il lavoro dal 2012 in poi è stato in realtà più di sviluppo chenondi consolidamento, paradossale per una cantina arrivata alle 700 mila bottiglie pro- dotte all’anno. La possibilità, fornita dal disciplinare dell’AltoAdigeDOCa partire dal 2013, di indicare in etichetta laVigna (equivalenteaquelloche inFrancia è il Gran Cru), ha dato la possibilità di concretizzare un sogno lungamente cullato proprio da Christof, che nella zonazione delle proprie particelle aveva investito energie fin dal 1985. Espressione di questo ‘apice dell’a- pice’ della produzione è la linea “Selection Vigna”, che raccoglie il fruttodi questa esperienza. Passando agli as- saggi, inizierei dallo storico Alto Adige Müller-Thurgau DOCFeldmarschallVonFenner 2018, unadelleetichette di riferimento dell’azienda nonché vino straordinario, dato che si tratta della vigna di Müller-Thurgau più alta d’Europa. Nel bicchiere il vino non tradisce quella splen- dida intuizione che portò nonno Herbert a cercare proprio nell’altipiano dove è collocato il podere di Hofstatt, che domina il monte di Favogna, la ‘chiave’ per una maturazione ideale degli uvaggi. Un vino dal naso di pesca-noce dalla polpa bianca e bergamotto, con una bella nota vegetale, da erbe aromatiche fre- sche, una bocca densa e fresca, con spiccata sapidità e chiusura di piacevolissima acidità, di nuovo sulle note agrumate. Passando allo Chardonnay Riserva, davvero impressionante questo Alto Adige DOC Vigna Au 2015, proveniente da un piccolo vigneto di circa un ettaro a nord-est di Niclara. Chiari sentori di pera Abate e pompelmo rosa, una bella traccia floreale sullo sfondo, bocca salata, tesa, di grande compattez- za e chiusura su una piacevole nota amaricata. Chiu- do con il Vigna Rachtl, un Sauvignon Blanc Riserva 2016, nemmeno mezzo ettaro di vigna per un vino che è una chicca: molto vegetale al naso, con chiari sentori di albicocca e sfalcio di campo, alla bocca è sapido, compatto, di bella persistenza. ❁

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