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2 Luglio/Agosto 2020 Mixer Il punto P er diversi giorni tutta l’Italia ha guardato a Villa Pamphilj, dove il Governo ha tenuto gli Stati Generali dell’Economia. Per la FI- PE, meritoriamente invitata, è stata l’occasione per rappresentare la drammaticità del momento, senza mancare, però, l’opportunità di presentare anche una visione per il futuro del settore. Ladrammaticità si è espressa, insintesi, in tre parole: indennizzi, liquidità e lavoro. Se i fatturati – secondo le stimedell’UfficioStudi di FIPE– si attesta- no ormai solo di poco sopra al 50% rispetto a quelli del periodopre-Covid, è evidente che sianonecessari interventi che incidano sulla struttura dei costi delle aziende, soprattutto su quelli fissi – come personale e affitti –, almeno per tutta la durata della prima fase di ripartenza. Ecco allora la richiesta di interventi sul lavoro , non solo rafforzando gli strumenti di pro- tezione sociale e integrazione salariale, ma cercan- do anche di non perdere competenze professionali essenziali e cresciute faticosamente nel tempo, con misure che incidano sul cuneo fiscale-contributivo a favore delle aziende che non riducano il loro nu- mero di occupati. Vi è poi il tema degli indennizzi , dove le risorse stanziate sono inadeguate rispettoalla durata della crisi, al numero dei soggetti coinvolti e all’entità dei danni subiti, che si associa con il tema della liquidità alle imprese, perché il sistema delle garanzie pubbliche ha finora prodotto effetti mini- mi per le imprese e ricadute troppo lente per essere concretamente utili. Tuttavia, ben prima dell’emergenza, aveva- monei nostri pensieri e nelle nostre proposte qual- cosa di più : l’idea che fosse necessaria una politica di sistema a favore della filiera enogastronomica del nostroPaese . Un’idea ineditaper l’Italia,manon campata per arianel raffrontomondiale: tanti Paesi, purnonavendo lanostra storia e lenostre eccellenze, hanno puntato con decisione sul comparto, consa- pevoli del suogrande valore identitarioedattrattivo, che incide sulla qualità della vita delle persone e ge- nera valore economico e valori sociali. Viceversa, il nostrosettore inItaliaè sempre stato “ondeggiato” traMinisteri diversi emai esau- stivi : da quello del Turismo a quello dell’Agricoltura, dalloSviluppoEconomico, transitando su specifiche competenze anche ai Ministeri degli Interni e del- la Sanità. Oggi le competenze sono principalmente parcheggiate tra treMinisteri – SviluppoEconomico, Agricoltura eTurismo – per i quali il settore è secon- dario rispettoagli storici interessi e funzioni di questi dicasteri, con la conseguenza che il settorenonèmai stato oggetto di politiche di sostegno per accompa- gnare il suomiglioramentoo il suo sviluppoordinato e qualificato. Siamo convinti, invece, che l’Italia me- riti un Ministerodell’Alimentazione che sia ingrado di svolgere una funzione di regia, con una visione unitaria e complessiva della filiera, tra agricoltura, industria alimentare, distribuzione e somministra- zione , evitando gli attuali conflitti che hanno finora emarginato la Ristorazione. OggiquestoMinisteropotrebbedareimpul- soai bisogni prioritari di unsettoreprofondamente segnatodall’emergenza daCovid-19 , indirizzando- ne investimenti in innovazione e digitalizzazione , indispensabili per intercettare le nuove tendenze commerciali e le nuove abitudini dei consumatori, attraversomoderni sistemi di prenotazione e ordini on line, tracciabilità delle produzioni, vetrine digi- tali, piattaforme di delivery, marketing, pagamenti cashless con casse intelligenti. Per gestire nuovi stru- menti sarebbe poi indispensabile rafforzare il tradi- zionale perno delle attività di somministrazione e accoglienza : il capitaleumano . Il rafforzamentodella formazioneprofessionaledel settore significherebbe emancipare il settore dalla casualità di trovare validi collaboratori, rendendo più forti le singole imprese, ma anche le nuove generazioni che scelgono la Ri- storazione aumentando il pesodegli stage lavorativi nel curriculumdegli studenti, realizzandocampagne promozionali per rilanciare tra i giovani la percezio- ne positiva delle professioni del settore. Un Ministero dedicato, dunque, potrebbe affrontaremeglio l’emergenza e sanare i mali stori- ci del settore : concorrenza sleale, dequalificazione e despecializzazione, alla diffusione di patologie di forte rilievo anche sociale (malattie cibo-alcol cor- relate, “mala-movida”, infiltrazionemalavitose e via dicendo). I ristoranti diventerebbero “ agenziedel ter- ritorio ” nodi di una rete distributiva collettiva della socialità, garanti della filiera corta, delle produzioni stagionali, della tracciabilità, delle eccellenze territo- riali e personali dei cuochi, portatori collettivi dello stile di vita italiano, quale elemento trainante della filiera agroalimentare e per l’attrattività turistica. ❁ presidente FIPE di LINO ENRICO STOPPANI Stati Generali e Ministero dell’Alimentazione

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