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54 Mixability Mixer che uniscono passione e ricerca. Saranno da tenere d’occhio anche iWhisky irlandesi:molti piccoli pro- duttori stanno realizzando ottime referenze. Anche i Bourbon sono in ascesa, soprattutto nel mercato europeo”. TRA CONFERME E NOVITÀ PerRum, Grappe, BrandyeCognac leopinioni posso- no invece divergere. Pollice verso per il Rum, secon- do Matteo “Zed” Zamberlan: “in origine osannato, amato e bevuto, perde ora sempre più terreno, so- prattutto perché non più di moda”. Stessa opinione per Andrea Panella: “è un distillato che ha difficoltà nel mercato italiano. Negli anni ’90 è stato legato al consumo di massa e il suomomento pare in leggera discesa. Rimangono in commercio brand noti, che però faticano”. Ungrande avvenire, invece, per FabioBacchi, secondo il quale “continua il suo lento ma inesora- bile percorso di crescita e tutela qualitativa portato avanti da tenaci esperti di settore”. Mattia Pastori assiste invece a una certa flessione di Brandy e Co- gnac: “scendono come gradimento e consumo: sono dueprodotti chenonhanno saputocrearsi unnuovo pubblico e riposizionarsi”. Ancora qualche difficol- tà anche per la grappa, per Fabio Bacchi: “è la solita storica e atavica fatica, per undistillato che pur cerca di darsi una nuova identità, più fresca e giovanile”. Ci saranno novità? Si, a sentire Guglielmo Miriello, bar manager del milanese Ceresio 7: “si parla di ascesa del Calvados: un superalcolico poco conosciuto e apprezzato con un grande futuro nelle sperimentazioni della mixology”. Emerge infine il target del consumatore attuale e, forse, futuro: le più dinamiche e versatili sono le donne, il cliente tipo è più informato, consapevole e più giovane e, ancor più di prima, alza l’asticella alla ricerca di prodotti premium. E tutto questo i players più attenti lo han- no capito. ❁ IL FUTURO È ROSA Non ci sono numeri destinati al solo consumo di superalcolici, ma un profilo lo si può fare. I dati emergono da uno studio Istat sul consumo di alcol (vino, birra, amari e superalcolici) in Italia: nel 2018 l’incremento è stato dell’1,4% (da 65,4% nel 2017 al 66,8%) dovuto in larga parte alle donne, passando dal 53,5% al 55,4%. Cambiano i comportamenti: se nell’ultimo decennio le consumatrici giornaliere sono scese da 4 milioni 101mila a 3 milioni 48mila (-25,7% contro -21,6% dei maschi), chi beve fuori pasto è aumentato da 4 milioni 68 mila a 5 milioni 740 mila (+41,1% contro il +13,2% degli uomini); 12 milioni 518mila sono quelle occasionali (+10,3%). Per quanto riguarda amari e liquori (preferiti dal gentil sesso rispetto a vino e birra), si pensa che il loro successo si debba all’uso di dolcificanti e aromi naturali al posto dello zucchero, per un minor apporto calorico. SINISTRA Fabio Bacchi, imprenditore Spirit Industry SOPRA Luca Pirola, consulente e imprenditore beverage SOPRA Andrea Panella, bartender Mandarin Bar & Bistrot (Milano)

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