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57 Settembre 2020 Buon cibo? Certo ma anche spettacolo, musica, cinema, perfino teatro. Perché il cliente che esce a cena oggi vuole di più. C ambiano stili di vita e abitudini, orari e luoghi di lavoro e anche priori- tà. Così tendono a cambiare an- che i motivi per cui si sceglie un ristorante. Tra le giovani generazioni il ruolo dell’experience è senz’al- tro importante. Potere condivi- dere sui social la propria visita re- sterà ancora per un certo tempo un fattore cruciale: il primo addi- rittura per i Millennials mentre i GenZguardano l’onlinepiuttosto per cercare recensioni positive. Ce lo dicono i numeri: secondo Glo- bal WebIndex il 15% degli insta- grammer posta foto di cibo. Un elemento che sembra avere un peso sempre crescente però– e lo si è vistoancheda alcu- ni debutti degli ultimissimimesi – Al ristorante ora il condimento è l’intrattenimento è l’intrattenimento. Avere l’oppor- tunità di vivere la serata oltre ma insieme al pastopotrebbe rivelar- si unadelle chiavi del successoper i tempi futuri. Tanto più inuna si- tuazione in cui si prevede già che si usciràdimeno, complice la crisi economica che colpirà molte fa- sce di popolazione. I Millennials adesempio sonopiùpropensi del 20% rispetto alla media (10%) ad affermare che l’intrattenimento è importante nella scelta di un ri- storante dove cenare. Quest’estate si sonoquin- di visti picnic – grande tendenza del post-Covid – in campagna sotto una quercia o in un prato di montagna con la musica di un dj set a fare da corredo. Suz Moun- tfort, cofondatrice di Gingerline, società londinese che mixa cheggio sotterraneo abbandona- to per coltivare funghi. A marzo ha aperto il più grande d’Europa, Ferme Urbaine, sulle terrazze del padiglione 6 di Paris Expo Porte de Versailles. E ha dovuto subita- neamente trasformare il suo bu- sinessmodel: da fornitoredi bar e ristoranti, chiusi causa Covid-19, si è riconvertito al delivery per i residenti del 15° arrondissement. Un successo, tanto che Le Percho- ir – concept con cinque indiriz- zi nella capitale – ha aperto qui uno dei più interessanti debutti di locali post Covid, un bar e ri- storante con in menu la frutta, la verdura e le erbe delle culture idroponiche e aeroponiche colti- vate sul posto. La ripresa si giudica anche dai debutti di nuovi locali, tempo- rary e non, che non sonomancati fin da giugno. Molti hanno pun- tato sull’accoppiata street food di varia provenienza – dall’Africa all’Estremo Oriente alla tradizio- nemediterranea – e cocktail, scel- ta vincente per consumi open air. Così hanno fatto EDO, pop-up presso il Palais de Tokyo, Le Perchoir Marais con cucina e arredi provenzali, Haikara Sum- mer con le tapas giapponesi dello chef ShoMiyashita. Largo anche ai tetti at- trezzati: non una novità ma cer- tamente una opportunità che viene molto sfruttata quest’esta- te. Spesso in luoghi iconici della città. ComeLahopresso laGarede Lyon, la terrazza vista Tour Eiffel del Musée Guimet che punta sul gelato, Créatures, ristorante vege- tariano sulla terrazza delle Gale- ries Lafayette Paris-Haussmann e lo spettacolare LaCity a 110metri dal suolo, al 35° piano del Grande Arche a La Défense. Molti temporary sono gestiti da noti chef, spesso don- ne, finalmente. Tra queste, Julie Basset da Laho, Alexia Duchêne da Wunderlust e Minou Sabahi a l’Entrepôt. Verde e donna: sara que- sta la Parigi che verrà. ❁ Teatro e mostre possono trasformare i ristoranti in luoghi dove vivere un’esperienza immersiva e unica. →
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