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81 Settembre 2020 geolocalizzati. Bisogna chiedersi cosa potrebbe portare le persone a venire con l’auto in un posto fuori mano per bere un aperitivo? Co- sa bisognerebbe cambiare per fare in modo che questi clienti siano soddisfatti e possano tornare? CERCARE NUOVI CLIENTI E DAR VITA A NUOVE OFFERTE Per tutti gli altri bar, chemagari sono localizzati vicino ad uffici, ma an- che possono fruire di unqualche trafficodi pedoni omezzi di trasporto pubblici eprivati, bisogna spostare l’offertaper attrarre tutti quei clienti che passano, mentre si attende che gli uffici riaprano. Se il servizio del pranzo al tavolo va interrotto, bisognerà provare a puntare sugli altri momenti di consumo, più adatti al target di passaggio: gelateria, cola- zione di qualità, cibo da asporto, buoni panini, aperitivi, prodotti fre- schi, merende e così via. Bisogna offrire a nuovi clienti nuovi prodotti e servizi, con l’o- biettivo di allargare l’offerta per rimediare ad un pezzo di offerta che è fermo e non genera fatturati. Certamente bisogna fare qualche investimento, e impegnarsi con determinazione nella gestione di nuovi servizi. Anche per quelle zone dove gli uffici hanno ricominciato a funzionare, è possibile che siano comunque cambiate le modalità di consumo, con clienti che tendono a preferire il servizio all’aria aperta, il delivery, il consumo in ufficio, per evitare la promiscuità del locale pubblico. Cosa avete fattoper soddisfare questonuovobisogno?Nuovi menù? Nuovi servizi di delivery? Nuove modalità di prenotazione dei pasti – online o viawhatsapp?Nuove convenzioni con gli uffici aperti? Nuovi packaging per confezionare i cibi e le bevande? Come state co- municando ai potenziali clienti queste novità? RECUPERARE GLI SMART WORKERS E GLI STUDENTI UNIVERSITARI Gli uffici saranno forse ancora chiusi fino a fine settembre, ma le perso- ne che erano dentro gli uffici, attualmente dove sono? Alcuni a casa, altri in altre regioni, ma molti sono senz’altro in cerca di un posto decente dove lavorare, fuori casa: un luogo ac- cogliente, fresco, dove poter scambiare anche qualche parola con qualcuno, una buona soluzione per evitare di stare sempre dentro casa, dove spesso le condizioni per lavorare non ci sono. Le soluzio- ni di esercizi pubblici con co-working sono letteralmente esplose in questi mesi, così come i bar che si sono attrezzati per lo studio con- diviso, visto che molte biblioteche pubbliche e le sale di studio delle università hanno chiuso per via del virus. Una massa di persone fra i 20 e i 50 anni sta cercando un po- sto dove poter lavorare in tranquillità: non è un fenomeno nuovo, lo abbiamo visto svilupparsi in questi ultimi anni, soprattutto nei grandi centri, ed è una buona opportunità per i fatturati di un bar che ha una location centrale, vicino ai trasporti pubblici. Rispettan- do le regole del distanziamento, si possono offrire delle ‘postazioni’ di co-working (usando i tavoli del bar o attrezzando specificamente delle aree del bar), in modo da avere clienti che si fermano magari per qualche ora, che vanno gestiti per i servizi essenziali che richie- dono – come la carica dei pc o dei telefoni e il wi-fi libero – ma che vanno anche incoraggiati a consumare, con prodotti adatti, e con regole intelligenti per l’utilizzo dei tavoli, regole condivise e non invise, ragionevoli e pratiche. Per tutti: il portone per ora è ancora chiuso e allora bisogna aprire altre porte, senza perdere fiducia, finché il portone non si ria- prirà, con la felicità di tutti. Chissà se allora deciderete di tornare a far tutto come prima? ❁ ROBERTA PAROLLO Consulente senior e docente di marketing e comunicazione alla Business School del Sole24Ore, ha lavorato come Direttore Marketing in grandi multinazionali e come consulente strategico in grandi agenzie pubblicitarie. Autrice del Manuale di Gestione della Ristorazione della FIPE, si è specializzata nella consulenza per la creazione della migliore consumer experience nei pubblici esercizi.
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