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25 Ottobre 2020 2,50 € Il prezzo medio di una bottiglietta di succo di frutta in vetro al bar i succhi possono contare su un numero molto limi- tatodi occasioni di consumo: aparte la colazione (in cui sono spesso surclassati dalla spremuta fresca), ci sono ben poche altre opportunità. Come se nonbastasse, il segmento è gravato da un’ulteriore problematica, quella che riguarda il prezzo di cessione in horeca. Rispetto alla gdo dove i prezzi sono molto contenuti, il fuori casa invece, propone labottiglietta invetroa 2,50 euro: davanti a questa discrepanza, è inevitabile che il cliente faccia i conti e rinunci all’acquisto al bar. Quale meccanismo si innesca per arrivare a questo prezzo di vendita? Il distributore compra dal fornitore la bottiglietta in vetro a una media di 50centesimi, per rivenderla a circa70: conunamarginalità scarsa, dunque, rimasta invariata da 10 anni a questa parte. Il grande salto di prezzo si consuma al bar, con un ricaricomolto ele- vatodapartedel gestore. Una strategia sbagliata: non si può ovviare al calo dei consumi alzando i prezzi, bisognerebbe – al contrario – lavorare su una pro- posizione più articolata e appetibile del prodotto. Le iniziative in questa direzione ci sono sia da parte dei produttori che dei distributori: l’indu- stria, per esempio, ha iniziato aproporre cartoni più piccoli da 12 bottiglie mixando i gusti. I grossisti la- vorano invece sulla proposta di materiale POP e di menù abbinati. L’auspicio è che anche sul fronte dei baristi si raccolga la sfida e si lavori a sostegno della cate- goria. ❁ vo prima – si è riscontrato con evidenza durante il lockdown per birra e alcolici, non ha però coinvolto i succhi, le isotoniche e i tè. Come mai? Si tratta di categoriemolto vincolate a specifiche oc- casioni di consumo, come lamerenda o lo sport, e in una fase di chiusura pressoché totale di ogni attività, sono state le prime a non trovare sbocco e ad essere “sacrificate”. Sul fronte dei formati? In horeca è il vetro a giocare la parte del leone con una quota del 64%, la plastica non èmolto richiesta, mentre al brick si ricorre per lopiùnell’ambitodella miscelazione. Secondo lei, da quali fattori dipende questo andamento più che stentato del comparto? I succhi scontano, in primis, una forte concentrazio- ne: il leader detiene infatti più del 50% del merca- to, mentre molte aziende minori sono relegate a un ruolomarginale e con una distribuzione territoriale a macchia di leopardo. Le difficoltà si riscontrano anche sul fronte dell’innovazione: gli unici lanci riguardano la pro- posizione di nuovi gusti (anche in versione bio) che però hanno per lo più il risultato di moltiplicare le referenze, senza però agire positivamente sulle rota- zioni, che rimangonomoltobasse. E inquestoconte- sto le campagne salutistiche contro gli zuccheri non hanno fattoaltrochepeggiorare la situazione. Inoltre Categorie molto vincolate a specifiche occasioni di consumo, come la merenda o lo sport, in una fase di chiusura di ogni attività sono state le prime ad essere “sacrificate”. ANDAMENTO BEVERAGE 1° SEMESTRE Totale Grossisti Bevande Iper+Super+LSP+Discount Tot. Cash & Carry Italia Var% Val Var% Vol Var% Val Var% Vol Var% Val Var% Vol Totale Beverage (escluso Vino) -43,1 -37,7 3,2 0,7 -20,1 -2,1 Birra -44,4 -43,4 11,6 8,7 -5,3 -0,7 Acqua Minerale -41,6 -34,9 -2,0 0,2 -6,5 5,9 Alcolici -37,8 -40,7 10,8 10,4 -31,7 -33,0 Bevande Gassate -43,5 -40,4 3,6 2,4 -21,5 -16,9 Bevande Base Tea -47,3 -43,5 -9,7 -8,7 -30,9 -26,1 Bevande Base Frutta -51,0 -49,6 -2,1 -0,3 -24,4 -17,9 Aperitivi Monodose -42,4 -44,3 6,2 8,6 -34,3 -35,4 Bevande Isotoniche/energetiche -53,0 -52,0 -13,7 -19,4 -33,2 -33,2 Cocktail -53,2 -52,3 12,6 28,8 -38,0 -41,0

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