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23 Novembre 2020 Bar e ristoranti sono luoghi sicuri analisi / Oltre il 77% dei contagi avviene in ambito domestico e non fuori casa. di Giulia Romana Erba, Ufficio stu di Fipe I ristoranti sono luoghi sicuri, a confermarlo i clienti stessi. Ecco quanto emerge dall’in- dagine Fipe/Format Research secondo cui per ben il 92% degli intervistati l’osservanza delle norme di sicurezza sanitaria da parte dei ristora- tori è stata «molto o abbastanza» soddisfacente. Esercenti virtuosi, dunque, in materia di norme anti-Covid. La tutela della sicurezza è inoltre ai primissimi posti tra le motivazioni che inducono i consumatori a scegliere un posto piuttosto che un altro. Sempre secondo l’indagine l’attenzione alle norme igieniche è l’aspetto più importante da valu- tare per il 47,4% dei consumatori, mentre a seguire ci sono il distanziamento dei tavoli (per il 35,2%), la dotazionedi tavoli all’aperto (per il 34%), e l’attenzio- ne al numerodi persone all’internodel locale (20%). Ulteriore conferma arriva dall’analisi delle principalimotivazioni che induconoanonmangiare fuori. Al primo posto la paura del contagio (66,5%) e la scarsa godibilità dell’esperienza dovuta alle ri- gide regole (41,5%). Una parte significativa degli in- tervistati, il 35%, nonmangia più fuori a causa dello smart working. La tutela della sicurezza è ai primissimi posti tra le motivazioni che inducono i consumatori a scegliere un posto piuttosto che un altro. La conferma che i bar e ristoranti sono luo- ghi sicuri viene anche indirettamente dall’Istituto superiore di Sanità secondo cui il 77,6% dei con- tagi, attualmente, avviene in ambito domestico. Ridurre quindi di qualche ora l’apertura de- gli esercizi pubblici, in base al Dpcmdel 24 ottobre, quando sono ben regolamentati, non fa una gran- de differenza, ma affossa ulteriormente un settore già duramente penalizzato. Bar, ristoranti, imprese di banqueting e catering, imprese dell’intratteni- mento sono state le realtà più colpite dalla crisi economica determinata dal Covid. Ma sono state anche quelle meno supportate. L’ufficio studi Fipe ha stimato, a seguito del- le nuove restrizioni imposte dall’ultimoDpcm, una perdita di fatturato di 10 milioni di euro al giorno a cui si deve aggiungere anche la perdita subita da tutti quei locali il cui servizio non prevede la som- ministrazione al tavolo e che quindi sono costretti a chiudere alle 21 invece delle ore 24. Le misure contenute nel Dpcm costituiscono un colpo du- rissimo per un settore perde ogni mese 2 miliardi di euro di ricavi e vede a rischio 50mila imprese e 300mila posti di lavoro. ❁
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