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36 Dossier Bollicine Mixer Nella patria del Prosecco DOC sommelier / Riconoscibilità garantita da un’etichetta di sicuro appeal estetico e una gamma che va dagli spumantizzati ai vini fermi, collocano I Magredi tra le realtà friulane più interessanti per il prossimo futuro. di Luca Gardini V erosimilmentepoche storie comequellade I Magredi, azienda friulana, sono paradigma- tiche dell’evoluzione storica del settore viti- vinicolo in Italia. Innanzitutto, la location : siamo a San Gior- gio della Richinvelda, due passi da Spilimbergo, centro pulsante della DOC Friuli Grave. Un terri- torio la cui vocazione vitivinicola non è certo una scoperta moderna, dato che la sua rinomanza era già nota ai romani, che stando a Tito Livio aveva- no qui un avamposto della loro migliore produ- zione fin dal 180 a.C. In questa zona peraltro, se vogliamo più defilata rispetto ai Colli Orientali o al Carso, le caratteristiche geo-morfologiche sono differenti e peculiari. Il terreno, in particolare, che in una sorta di calco dialettale (‘magretto’ è definito il sottosuolo, per via della quasi esclusiva presenza di scheletro, da cui I Magredi) dà anche il nome all’azienda, risulta straordinariamente adatto alla coltivazione della vite. È infatti costituito da ciottoli di origine al- luvionale, sedimentati nel tempo, che rappresen- tano una specie di ‘batteria’ di energia solare per le viti, capaci di accumulare calore durante e il gior- no e rilasciarlo di notte, permettendo alle radici di restare al caldo e non subire le brusche escursioni termiche che caratterizzano le pianure friulane. I Magredi, quindi, non a caso, sono qui fin dal 1968, da quando cioè il capostipite Otel- lo fondò l’azienda, che di suo mantiene le carat- teristiche di un’azienda agricola a tutto tondo, unendo alla coltivazione della vite attività di allevamento, produzione di biogas, seminativo e, ultimamente, produzione di energia elettrica tramite il fotovoltaico. Ovviamente all’interno di queste diversificate occupazioni, la viticol- tura ha da sempre rivestito un ruolo di rilievo, soprattutto da quando alla guida dell’azien- da subentra Michelangelo, che nel 1985 inizia un’operazione di svecchiamento delle modalità produttive. LUCA GARDINI Romagnolo verace, Luca Gardini inizia giovanissimo la sua carriera, divenendo Sommelier Professionista nel 2003 a soli 22 anni, per poi essere incoronato, già l’anno successivo, miglior Sommelier d’Italia e – nel 2010 – Miglior Sommelier del mondo
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