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42 Dossier Bollicine Mixer BOLLICINE REALI Forse nonmolti sanno che ogni sera prima di an- dare a dormire la Regina Elisabetta si gode un calice di bollicine. Guai a non farglielo trovare sul comodino. E, sull’onda di questa passione, nel 2017 ha fatto il debutto nel mercato vinicolo lo spumante della Regina grazie all’uva coltivata nel castello di Windsor: 2,8 ettari di vigneto da cui è stato ricavato il Windsor Great Park. Un vino spu- mante di 12 gradi dal delizioso colore dorato, mes- so in vendita per celebrare il 90esimo compleanno della regina Elisabetta. OCCHIO AL TAPPO (QUANDO VOLA) Far saltare il tap- po da una botti- glia di spuman- te o champagne è usanza diffusa. Quello che pochi sanno è che quel ‘siluro’ in sughero potrebbe viaggiare a oltre 40 km all’ora, come hanno calcolatoalcuni scien- ziati intraprendenti dopo aver vigorosamente agitato una bottiglia di champagne. Attenzio- ne quindi all’incolumità dei vostri clienti! IL VINO DEL DIAVOLO La perfetta padronanza del processo di fermen- tazionenellaproduzione dello champagne è fon- damentale per evitare lo scoppio spontaneo del- le bottiglie. Proprio per questo motivo, per molto tempo, lo champagne è stato soprannominato “il vino del Diavolo”, proprio perché le bollicine face- vano letteralmente esplodere le bottiglie, mandan- do schegge di vetro ovunque. FINCHÉ C’È PROSECCO C’È SPERANZA Non è un proverbio, ma il titolo di un film giallo tratto dall’omonimo romanzo di Fulvio Ervas del 2010. Si tratta dell’opera prima del regista An- tonio Padovan, veneto trapiantato da anni a New York. Ambientato tra botti, canti- ne, filari e confraternite di saggi aman- ti del vino ‘Finché c’è Prosecco c’è Spe- ranza’ è un film che narra le vicende di Giuseppe Battiston (l’ispettore Stucky), maldestro investigatore alle prese con un misterioso caso di suicidio cui fanno seguito omicidi, che sembrano essere a esso collegati. ❁ cine regalando freschi brindisi da ricordare. La ri- cetta più quotata? Il Negroni Sbagliato: Spumante, Martini Rosso e Bitter Campari in pari quantità, mescolare, versare e… cin cin! PERCHÉ LO SPUMANTE È BRUT? Che si tratti di Champagne o Spumante, definirlo “Brut” vuol dire attribuirgli una caratteristica che lo rende inconfondibile: la mancanza di dolcezza. In enologia infatti il termine Brut indica l’assenza di dolcezza, ovvero di zucchero. È un sostantivo di origine francese: significa grezzo, crudo. Insomma, un vino Brut è poco dolce, ma ha il brio delle bol- licine che genera un piacere purissimo. DA QUANDO IL PROSECCO È DOC? Sono numerose le denominazio- ni che contrad- distinguono il patrimonio eno- logico nazionale. Eppure, non tutti i vini sono nati con la si- gla DOC. Forse, si farà fatica a credere, ma il Prosecco fino al 2009 era una IGT, non una DOC come Cava e Champagne. Una tra- sformazione epocale raggiunta con un percorso attento e fatto di scelte di territorio e produzione, di qualità e controlli. COME NASCONO LE GABBIETTE DELLO SPUMANTE? Findallanascitadel vinoSpumante edel- lo Champagne, i produttori si erano accorti che eranecessario sigillare ermeticamente le bottiglie per evitare che i tappi in sughero saltassero via e che il vino per- desse tutto il suoaromae le sue bollicine. Inizialmente, si pen- sò di chiudere il tappo con una cordicella tenutadafilodi ferroe un piombino col nome della can- tina. Fu il produttore di Champagne Adolphe Jacquesson, nel 1844, a inventare lemoderne ‘gabbiette’,maanche le capsule inmetal- lo che ancora oggi vengono poste sotto i fili di ferro e personalizzate con il logo dei produttori. In Italia, il primato spetta a Filippo Valsecchi, che nel 1923 fondò l’omonima ditta in provincia di Como per la produzione delle gabbiette fermatappo.
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