MX_331

45 Novembre 2020 → LE NUOVE TENDENZE Fino a qualche decennio fa la Grappa aveva un ruo- lo quasi secondario. Oggi, fortunatamente, per un lavoro di comunicazione più mirato e grazie a una sinergia più attenta tra i grandi e piccoli distillatori, sta avendo un momento di fortuna. Senza entrare nel merito della questione Covid-19, l’attuale fortu- na dellaGrappa è strettamente legata da un lato alla figura del barman (che ha capito come un prodotto di qualitàpotessedareunvalore aggiuntoaundrink, rispettandone anche l’italianità), e dall’altra è con- nessa alle “sperimentazioni” di invecchiamento che avvengono nelle distillerie. Del resto, il consumo di Grappa bianca è in calomentre si riscontra una cre- scita verso il consumo di quelle monovitigno (fatte con le vinacce di una sola tipologia di uva e non con unblend) e di quelle invecchiate e barricate. Ecco al- lora che la figura e l’intraprendenza del distillatore diventano fondamentali tanto da avventurarsi non solonel classico invecchiamentonelle botti in legno maprovando a far riposare il distillato anche in con- tenitori nei quali erano già stati invecchiatiWhiskey, Sherry o Rum, giusto per fare qualche esempio. VOCE ALLE DONNE «L’Associazione Donne della Grappa svolge un ruolo importantissimo, una sorta di missione per divulgare la cultura che ruota attorno al distillato». Così inizia ElisaMazzetti , dell’omonimaDistilleria Mazzetti d’Altavilla e presidente dell’Associazione. «Dobbiamo precisare che è anche merito della “sensibilità femminile” se la Grappa da distillato da trincea è divenuta distillato da salotto! Per noi del settore è interessante notare come i gusti e le preferenze si siano evoluti negli ultimi anni solo il cuore, eliminando la testa e la coda, la parte iniziale e finale del distillato stesso. La Grappa è sempre stata “collocata” come un superalcolico del nord Italia, dove alcune regioni la fanno da padrone su altre: come il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, alcune parti delle Lombardia e altre del Piemonte (la sottozona del Barolo), aree che hanno ottenuto l’IGT; a queste, ultimamente si è aggiunta anche la Sicilia del terri- torio di Marsala. Bisogna precisare che dopo diversi decenni di semi-abbandono, la Grappa lotta (o sta lottando) per riacquistare la sua giusta posizione negli scaffali dei bar e non solo. Un prodotto che oggi viene lavo- rato con grande abilità e che è capace di affrontare le nuove tendenzedelmercatoper competere conaltri spirits che fanno la fortuna di cocktail e drink. Certo, c’è da dire che un alcolico come la Grappa è buono dabere anche inmodo “puro”, semplicemente come momento di meditazione o per assaporare la tipi- cità del vitigno con il quale è fatta, soprattutto se le vinacce giungono in distilleria non troppo scariche o troppo asciutte. Ed ecco allora che le vinacce, uno scarto per i vignaioli, diventano una materia prima fondamentale per i maestri distillatori. SOPRA Elisa Mazzetti, dell’omonima Distilleria Mazzetti d’Altavilla e presidente dell’Associazione Donne della Grappa

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=