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92 Mixer Professione Nuovi clienti potenziali: impiegati nomadi con il laptop marketing e comunicazione / Che opportunità c’è per i bar? Che servizi vogliono questi clienti? Che cosa far pagare? Quali gli esempi da vedere per prendere ispirazione? di Roberta Parollo I l sondaggio elaborato da Izi in collaborazione con Comin & Partners e presentato nell’Aprile 2020 dice che in Italia circa 8milioni di persone hanno sperimentato il lavoro da remoto e che la maggior parte l’ha apprezzata, inoltre evidenzia che il 57% dei lavoratori in smart working sarebbe ben disposto a una formula di lavoro ‘flessibile’ anche una volta superata l’emergenza della pan- demia, anche a costo di tagliarsi un po’ lo stipendio. Non è un caso quindi che molte aziende stiano pensando di trasformare una scelta emergenziale in unmodello di organizzazione diffusa e agile: per tantissimi impiegati (ma non tutti, ovviamente) si apre un’opportunità di lavorare da casa o da dove si preferisce, anche da un luogo di vacanza, da una seconda casa, da un bar, da una ter- razza di un albergo. SE PIANGI, SE RIDI E per i nostri bar, la chiusura degli uffici – anche se parziale – che cosa può rappresentare? Per molti questa situazione è una mezza tragedia di fatturati, soprattutto per quei bar che avevano scelto la loro location proprio sotto i grandi palazzi di uffici (magari una grande assicurazione, o una banca nazionale), che ora sono ancoramezzi vuoti. Non c’è da ridere. Ma in tanti bar non stannoneppure piangendo: se una volta la versione del ‘bar sport’ era quella con gli anziani che giocavano a carte per ore, adesso in tante realtàmetropolitane il bar è pienodi adulti con i loro PC accesi, che fanno telefonate di lavoro, studenti con i loro libri universitari e il loro tablet, gruppetti di persone che fanno riunioni informali all’aperto mentre prendono un caffè. Potenzialmente una clientela interessante, nomade, mediamente giovane, che è fuori tutto il giorno, che può desiderare dal bar un servizio sfaccettato e profitte- vole, dall’accoglienza ai servizi di base, come la ricarica del cellulare e del PC, al wifi, alle consumazioni lungo la giornata, dal cappuccino allo spritz, e anche qualcosa di sano ed energetico per il pranzo. Ne vediamo spuntare tanti, nei contesti cittadini e dove ci so- no le università; li possiamo chiamare bar con co-working , spazi che offrono un posto tranquillo dove lavorare e studiare, dove gestire un lavoro manageriale da remoto. C’è chi fa pagare le consumazioni e offre lo spazio, c’è chi fa pagare ‘a tempo’ e offre le consumazioni, c’è sempre il wi-fi gratuito per tutti, poi c’è chi ha esposto libri in vendi- ta o book-crossing, chi ha messo zone relax per fare riunioni creati- ve, chi lunghi communal tables per creare networking e fare qualche chiacchera con il ‘vicino di banco’, chi hamesso tanti più tavoli all’aria aperta per scongiurare il contagio. CERCATE ISPIRAZIONE DA CHI HA GIÀ COMINCIATO La città più dinamica è Milano, come sempre, che ha diversi posti fa- mosi che già da tempo offrono questo servizio: Coffice, bar nato per il co-working, che offre da sempre una modalità ‘a tempo’ con consumazioni comprese; Upcycling , dedica- to agli amanti della bicicletta che hanno bisogno di un posto dove lavorare, ospita anche mostre e concerti; RED Feltrinelli (non solo

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