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20 Pubblico esercizio Mixer Il decreto ristori non basta fipe-confcommercio / La pandemia da Covid (e i lockdown imposti dal Governo nelle zone rosse) pesano sull’economia. di Giulia Romana Erba – Ufficio studi Fipe M entre l’Agenzia delle En- trate ha fatto partire qua- si unmiliardo di euro dei contributi a fondo perduto pre- visti dal primo Decreto ristori, l’esecutivo ha lanciato il Decre- to ristori bis per fare fronte alle nuove emergenze economiche nelle zone rosse. Le imprese che hanno beneficiato del primo giro di aiuti sono state 211.488, le più colpite dalle misure di conte- nimento della seconda ondata dell’epidemia Covid-19. A differenza di quanto accaduto con il decreto Rilancio, questa volta le risorse stanziate andranno anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Il 400% è invece previsto per aiutare disco- teche e sale da ballo, per via della chiusura pro- lungata, che è stata disposta già da agosto. Ma per la Fipe non basta. Il settore neces- sita di ulteriori correttivi per arginare lo tsunami che si è abbattuto sui Pubblici Esercizi negli ulti- mi nove mesi. Per far sopravvivere il settore, serve un cambio di paradigma a cominciare da due aspet- ti: il credito e le locazioni. Le aziende per sopravvivere hanno biso- gno in primis di liquidità, immediatamente segui- to dalla necessità di spalmare il debito contratto nel 2020 in un arco temporale lungo, di almeno 20 anni con un preammortamento di almeno 24 o 36 mesi, che permetta alle imprese che sono oggi in stato prefallimentare di uscire dalle mace- rie e rialzarsi. Tuttavia la situazione sta minando l’ affidabilità del settore, nonostante le garanzie di Stato, alcuni istituti di credito richiedono fi- dejussioni accessorie per concedere linee di fi- nanziamento. Nella seconda ondata epidemiologica le risorse stan- ziate dal decreto ristori bis non sono sufficienti a supportare i pubblici esercizi situati nelle zo- ne rosse e costretti a interrom- pere nuovamente l’attività. Que- sto nonostante il testo preveda un incremento di circa il 50% per le imprese delle zone con maggiori restrizioni, rispetto a quanto predisposto per il pre- cedente decreto ristori . In epoca pre-Covid il mondo della ristorazione e dell’intrattenimento contava 330mila imprese, 1,3 milioni di addetti e 90 mi- liardi di euro di fatturato, ad oggi il 2020 è desti- nato a chiudersi con una perdita del 27%, pari a 26 miliardi di euro senza contare le restrizioni imposte dal nuovo DPCM. ❁ Nonostante le garanzie di Stato, alcuni istituti di credito richiedono fidejussioni accessorie per concedere linee di finanziamento.

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