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22 Pubblico esercizio Mixer Siamo a terra! Il grido d’allarme dei pubblici esercizi fipe-confcommercio / 24 piazze italiane. Numerosi, coraggiosi, ordinati, silenziosi e pacifici, ma determinati. di Avv. Giulia Rebecca Giuliani – Area Legale, Legislativa e Tributaria C entinaia di tovaglie stese a terra. Piatti, bicchieri e posate puntualmente disposti, seppur capovolti perché la ristorazione non è più in grado di “accogliere”. Migliaia di per- sone sedute sull’asfalto con in mano un cartello: “Baristi”, “Pasticceri”, “Made in Italy”, “Accoglien- za”, “Catering”, “Responsabilità”, “Fuori casa”, “Intrattenimento”, solo per fare alcuni esempi. Se un alieno fosse atterrato in Italia il 28 ottobre, avrebbe scambiato il Paese per un gigante- sco ristorante a cielo aperto, con 24 piazze allestite di tutto punto, da nord a sud. E invece è l’esatto contrario: il Covid e la seconda ondata di pandemia, hanno messo in gi- nocchio un settore strategico dell’economia na- zionale, che sempre fa intrinsecamente parte del nostro stile di vita. I decreti d’autunno approvati dalla presi- denza del Consiglio dei ministri lasciano un re- trogusto piuttosto amaro. Dopo una primavera di saracinesche abbassate, infatti, i ristoratori e il mondo del catering hanno potuto rialzare la testa nei mesi estivi e, per farlo, sono state identificate una serie di regole sulle quali la Federazione ha collaborato con le autorità competenti per garan- tire la sicurezza sanitaria di avventori e lavoratori. Un invito accolto con entusiasmo dall’in- tera categoria, con gli imprenditori pronti a in- vestire risorse proprie, nonostante l’azzeramento dei fatturati durante i mesi di lockdown , per poter ricominciare a lavorare e garantire un servizio fon- damentale ai cittadini, mostrando di essere dispo- sti a riaprire anche se le entrate non arrivavano neppure a coprire i costi sostenuti. A distanza di 3 mesi, tuttavia, gli ulteriori sacrifici fatti sono stati vanificati: nuove restrizio- ni, chiusure anticipate dei locali, stop a catering e matrimoni e nuovi incentivi allo smartworking . Il tutto nonostante il CTS, nelle proprie relazioni, abbia dichiarato che quei locali non sono cluster di contagio e in un’Italia orfana di turisti, con 37 milioni di visitatori stranieri in meno nel 2020, pari a un -58%. Troppo, anche per un settore abituato a la- vorare e non a protestare. Il 28 ottobre il mondo del fuori casa guidato da Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, ha dun- que deciso di far sentire la propria voce, organiz- zando una manifestazione ordinata, pacifica e ric- ca di contenuti in 24 città italiane. #SiamoAterra l’hashtag scelto dagli orga- nizzatori per trasmettere il senso di frustrazione e impotenza che in questo 2020 sta attanagliando gli imprenditori che nelle piazze, oltre ai loro valori e alla loro professionalità, hanno voluto portare anche i numeri della crisi: 300mila posti di lavoro a rischio, 50mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020, 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto del decreto di fine ottobre, ai quali van- no aggiunti altri 1,6 miliardi di consumi in meno, determinati dal DPCM del 3 novembre. “Noi oggi siamo a terrama non ci arrendia- mo – ha sottolineato il Presidente della Fipe-Con- fcommercio, Lino Enrico Stoppani dalla piazza di Milano –. Prima della pandemia davamo da man- giare a oltre 11 milioni di persone ogni giorno e vogliamo continuare a farlo. Oggi ci viene chie- sto di sospendere la nostra attività per senso di #SiamoAterra l’hashtag scelto dagli organizzatori per trasmettere il senso di frustrazione e impotenza che in questo 2020 sta attanagliando gli imprenditori.
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