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23 Dicembre/Gennaio 2021 responsabilità e per contribuire a ridurre l’impennata dei con- tagi. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, pur sapendo che i nostri locali sono sicuri. Lo sappiamo perché lo dicono i dati e lo sappiamo perché nei mesi scorsi abbiamo investito tempo, risorse ed energie per renderli sicuri. Non siamo untori e riven- dichiamo il diritto di lavorare”. Una speranza che non diventa, tuttavia, illusione: i ri- storatori sanno bene che fino a quando la pandemia non sarà sotto controllo e il sistema sanitario del Paese non sarà in grado di far fronte ai picchi nei contagi, sarà impossibile un ritorno alla normalità. Ecco perché, a fianco delle rivendicazioni di breve perio- do, primi tra tutti un’implementazione dei contributi a fondo perduto, damodulare sulla base dei cali dei fatturati degli ultimi 12mesi, le richieste degli imprenditori si concentrano sul futuro. Riduzione del costo del lavoro, esonero dal pagamen- to delle imposte comunali, Tosap, Cosap, TARI, fino a giugno 2021, incentivi governativi diretti ai proprietari degli immobili per favorire una riduzione dei canoni di locazione. E il blocco degli sfratti, anche per chi in questi mesi ha saltato qualche pagamento. “Se vogliamo salvare le piccole imprese che sono l’ani- ma del nostro Paese – ha spiegato il vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio, AldoCursano, ristoratore fiorentino –, l’u- nico sistema è bloccare l’orologio dei costi di fronte alle entrate crollate e dare la possibilità di poter ripartire quando l’incubo sarà superato. Per poter vivere domani bisogna sopravvivere og- gi. I cali di fatturato hanno toccato punte del 70-80%, ma i costi sono al 100%, non sta in piedi un modello così”. Un concetto chiaro e semplice, alla portata anche del nostro alieno. ❁
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