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33 Febbraio 2021 contare poi tutte quelle attività che, pur essendo chiuse per lockdown ad aprile 2020, non hanno potuto fare alcun raffronto con il fatturato di aprile 2019 in quanto inattive per varie ragioni (ristrut- turazione, trasferimento di sede, ecc), rimanendo così tagliate fuori sia dalla prima che dalla seconda tranche autunnale di ristori. Resta oltretutto l’incertezza del futuro, il primo provvedimento del 2021 ha disposto la chiusura di bar e ristoranti nei fine settimana, la- sciando gli imprenditori nell’incertezza dall’11 gennaio in poi, con i danni e le distorsioni che ne conseguono. Non è più accettabile che i pubblici eserci- zi, insieme a pochi altri settori, siano i soli a farsi carico dell’azione di contrasto alla pandemia a cui si richiede un sacrificio sociale non giustificato dai dati e non accompagnato da adeguate e propor- zionate misure compensative. È indubbio che per uscire da questa crisi ci sia bisogno del contributo di tutti, ma proprio per questo non si può imputa- re sulle spalle sempre delle stesse categorie il peso del contenimento della pandemia, affossando nel frattempo un settore strategico per l’economia del Paese e per la vita quotidiana delle persone. ❁
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