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67 Febbraio 2021 inchiesta / Non c’è dubbio: il mestiere di barteder e barlady è poco conciliabile con il progetto di una famiglia, ma... di Nicole Cavazzuti → L o dite all’unisono: per riuscire a unire amore, lavoro e pargoli sono indispensabili il supporto e la comprensione del partner e/o dei parenti. Diversamente, è impossibile pensare di avere un figlio, a meno di non ricorrere a una tata fissa di notte. Opzione che non tutti possono permettersi. Risultato? In diversi di voi hanno rinunciato all’idea di metter su famiglia per non compromettere so- gni e carriera. Facciamo outing: l’idea inziale era focalizzarci su come funzio- nano le vostre famiglie e su quali criticità dovete affrontare. E abbia- mo raccolto un sacco di spunti, di fatto. Ma ve li racconteremo nella prossima inchiesta che uscirà amarzo. Perché, tra una chiacchierata e l’altra, ci siamo resi conto che parecchi di voi la famiglia non ce l’han- no proprio. Ecco perché pensiamo sia utile innanzitutto condividere idee e suggerimenti finalizzati a conciliare amore e business. E lo fac- ciamo con tre storie emblematiche. Due su tre vedono protagoniste le donne. E non è un caso. Perché se, in generale, è complesso combi- nare le esigenze di famiglia e lavoro notturno al bar, lo è soprattutto per le barlady. E per più ragioni. Non solo subiscono forti pressioni psicologiche dai propri capi al solomenzionare il tema famiglia ema- ternità, ma oltretutto a parità d’incarico ed esperienza guadagnano menodei colleghi uomini. Detto ciò, per tutti la percentuale di divorzi/ separazioni non è bassa. “Molti di noi vedono naufragare il proprio matrimonio accusati di pensare troppo al lavoro e non abbastanza ai propri cari”, ci aveva raccontato tempo fa durante una camminata lungo l’Arno Luca Picchi , 60 anni, oggi bar manager del Caffè Gilli e del Paszkowski di Firenze. Non era tanto per dire. Lui stesso ha due figli (un maschio e una femmina), ma è separato. ECCO LE VOSTRE STORIE VALERIA BASSETTI, 45 anni, co-fondatrice di Drink-It È stata tra le prime donne a sdoganare il gentile sesso dietro il bancone di notte a Roma. Con ottimi risultati, ma enormi sacrifici. “Amomoltissimo ilmio lavoro. Per emergere homesso tuttame stessa, a discapito della vita privata. Che fatica! Non avete idea di quante volte mi sia sentita chiedere, in fase di colloquio, se avessi fretta di diventare madre… Inutile dirvi che, se avessi rispostodi sentire il desideriodima- ternità, nonmi avrebbero assunta. Insomma, alla fine ho rinunciato al sogno di un figlio”, racconta. E poi aggiunge con una nota di amarezza: “Essere costretta a scegliere tra famiglia e carriera è stato doloroso e dif- ficile. Ma non avevo alternativa”. SINISTRA Il bartender Fabio Camboni con la famiglia SOTTO Valeria Bassetti, co-fondatrice di Drink-it

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