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18 Pubblico esercizio Mixer Chiusura “da Covid”: istruzioni per l’uso tendenze / Cosa fare se, per un caso di positività tra i collaboratori, per un focolaio nel locale o per una distrazione nel rispetto delle misure preventive il proprio locale viene chiuso? Due esperti spiegano le procedure tecniche e come gestire al meglio la comunicazione. di Elena Consonni al personale, primadell’accessoal luogodi lavoro. “Se la temperatura corporea dovesse risultare superiore a 37,5 °C– sottolinea Sarti – nondeve essere consen- tito l’accesso o la permanenza nei luoghi di lavoro. Se un dipendente segnala un sintomo (du- rante la rilevazionedella temperaturao inqualunque momentodella giornata lavorativa) il titolare del lo- cale deve comunicarlo tempestivamente al proprio Medico competente”. Nel caso in cui la positività del dipendente venga accertata, il protocollo redatto dal Sistema Nazionale Sanitario, prevede che una delle figure deputate alla salute negli ambienti di lavoro colla- bori con l’ATS di competenza per definire eventuali “contatti stretti” all’interno del luogo di lavoro av- venuti negli ultimi 14 giorni. “Sulla base delle circolari e ordinanze mini- steriali – sottolinea Sarti – le Autorità sanitarie terri- torialmente competenti devonoapplicareai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura dellaquarantena consorveglianzaattivaperquattor- dici giorni e il ristoratore deve quindi valutare caso per caso i contatti stretti all’interno del locale”. Per contatto stretto si intende, per esempio, una persona che vive nella stessa casa di un casoCo- vid-19, una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso Covid-19 (per esempio la stretta di mano), una persona che ha avuto un contatto di- retto non protetto con le secrezioni di un caso Co- vid-19 (ad esempio toccare amani nude fazzoletti di I l caso Billionaire la scorsa estate. In settem- bre lo stellatoDavidMuñoz aMadrid chiude temporaneamente il suo DiverXo perché al- cuni dipendenti sono risultati positivi. Questi sono solo nomi illustri, ma sono tanti i ristoranti e i locali che hanno scelto di chiudere (o in casi estremi sono stati costretti a farlo) per positività accertate all’inter- no dello staff o perché coinvolti in qualche focolaio. Come comportarsi in questi casi? Lo ab- biamo chiesto a due professionisti che affrontano la questione da due punti di vista diversi: quello tecnico e quello della comunicazione. “Se si dovesse verificare un caso di positivi- tà accertato all’interno di un’attività di sommini- strazione di alimenti e bevande, che si tratti di un ristorante o di un bar con possibilità di servizio al tavolo – spiega Valerio Sarti, tecnologo alimenta- re e titolare di Viesse Consulting – la procedura da adottare è molto simile. Innanzitutto, tutte le attività di ristorazio- ne, come previsto dalle Linee guida per la riapertu- ra delle attività economiche, produttive e ricreative pubblicate l’11 giugno a seguito della Conferenza Stato-Regioni, devono essere munite di un proto- collo specifico per la gestione e il contenimento di Covid-19 all’interno della propria attività”. LA GESTIONE DEI SINTOMI Il primo aspetto è quellodella rilevazione della tem- peratura, che va fatta non solo per i clientima anche SOPRA Valerio Sarti, tecnologo alimentare e titolare di Viesse Consulting

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