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→ 19 Marzo 2021 cartausati), unapersona chehaavutouncontattodi- retto (facciaa faccia) conuncasoCovid-19, adistanza minoredi 2metri edi almeno15minuti, unapersona che si è trovata in un ambiente chiuso con un caso Covid-19 in assenza di dispositivi di protezione ido- nei. Tuttequeste circostanzepossonoeffettivamente verificarsi nel casodi un’attivitàdi somministrazione. “Mentre sono in corso gli accertamenti da parte dell’Autorità sanitaria, il datore di lavoro può chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente il locale. Esiste però un margine di discrezionalità: caso per caso, competo- no ai singoli Dipartimenti di Igiene e prevenzione sanitaria (Dips) delle differenti ATS/ASL le valuta- zioni per disporre omeno l’isolamento domicilia- re fiduciario dei contatti stretti. In entrambi i casi, oltre alle normali attività di igienizzazione e sanificazione dei locali prevista dal protocollo aziendale, nel caso di presenza di un lavoratorepositivo, deve essereprevistauna sanifica- zione straordinaria delle aree del ristorante”. SE IL CLIENTE È POSITIVO Diverso il caso in cui la positività riguardi un cliente. “In questo caso – conclude Sarti – il ristoratore deve collaborare con i Dipartimenti di Igiene segnalando che questa persona si è recata nel locale, per definire la presunta catena di contagio. Inoltre, deve rendere disponibili leprovedel rispettodellemisurepreven- tive anticontagio previste dal protocollo Azienda- le Covid-19. Mi preme sottolineare che la chiusura scatta solo a fronte di misure imposte da ATS, può però essere volontaria se, a causa della quarantena imposta ai colleghi della persona positiva, il risto- rante si trova senza organico. Il problema è di busi- ness continuity”. SOPRA Alessandra Disnan, esperta di comunicazione in ambito food e titolare di Make it Food COMUNICARE BENE PER GESTIRE LA CRISI Ma cosa succede se pur facendo bene il proprio la- voro di ristoratore e rispettando le norme il locale viene chiuso o deve rimanerlo perché i dipendenti non possono andare al lavoro? Questa situazione non deve trasformarsi in un’onta, ma bisogna prepararsi alla riapertu- ra. Ci spiega come Alessandra Disnan, esperta di comunicazione in ambito food e titolare di Make it Food . “Partiamodal presupposto che facciamobe- ne il nostro lavoro, le norme le conosciamo e, so- prattutto, le facciamo rispettare. Capita (perché noi siamo stati attenti, vero?) che il locale venga chiuso per sospetto focolaio o a seguito di un controllo in pieno servizio, magari nel momento in cui la nostra mascherina era leggermente abbassata, per aiutare il signore di una certa età a comprendere meglio il menu. Arriva la multa per violazione delle norme anti-Covid, o un caso di positività tra i dipendenti e il nostro locale, malauguratamente, chiude per un determinato periodo. Cosa fare in questo caso? Co- me riuscire a togliersi di dossoquesta “macchia” che inevitabilmente avrà ricadute economiche, d’im- magine e reputazione? Prima cosa: comunicarlo! Nonomettiamo il “danno”, non facciamo finta di nulla annunciando improvvisamente qualche giorno di ferie o simu- lando l’imminente sistemazione dell’impianto di riscaldamento. I social, i media, il semplice passaparola nel quartiere o in paese sono una potentissima cassa di risonanza. Affrontiamo la situazione a testa alta perché noi esercenti siamo dei professionisti e la violazione è stata causata semplicemente da una concatenazione sfortunata di eventi”.
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