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2 Marzo 2021 Mixer Il punto N el mezzo di una situazione – sanitaria, eco- nomica, sociale e anche psicologica – che rimane drammaticamente complessa, si è avviato il cammino del Governo Draghi , che sem- bra intercettare le speranze e dare nuova fiducia al Paese , grazie sia all’indiscutibile caratura e carisma del Presidente del Consiglio, sia alla vastissima base parlamentare che lo sorregge e che dovrebbe ripa- rarlo dagli agguati e dai ricatti tipici della (cattiva) politica. Ci vogliono indubbiamentecapacità, com- petenze, esperienze e relazioni forti per chiudere il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – assicurandosi di intercettare propriamente i fon- di del Recovery Plan. Servono qualità fuori dal co- mune per impostare quelle riforme strutturali che il contesto, in generale, e l’Europa, in particolare, ci chiedono su Pubblica Amministrazione, Giustizia, Fisco e Lavoro e che sembra mastodontico affron- tare. Serve una grande dose di lucidità per contra- stare la pandemia e ultimare la campagna di vac- cinazioni , accompagnando il Paese verso la ripresa e il percorso della normalità. Non sempre la soluzione “tecnica” alla cri- si politica ha dato risultati tra i più felici negli anni passati, ma bisogna anche ammettere che sapere il Paese affidato alle mani dell’italiano attualmen- te più accreditato e autorevole, corroborato da un curriculum istituzionale con risultati difficilmente discutibili, accende la luce sulla possibilità di fare anche l’insperato. Certo, conosciamo bene il paradosso italia- no, che per qualche atavica ragione conferma siste- maticamente l’assuntoconfucianosecondo il quale chi faqualcosasi trovasempreostacolatodaalmeno tre tipi di persone: chi vorrebbe fare la stessa cosa, chi vorrebbe fare il contrario e soprattutto chi pre- ferirebbe far niente. E quindi non ci immaginiamo certoche lafiduciaaccordataoggi al ProfessorDraghi costituisca il viatico di una strada in discesa. Tuttavia, tre passagg i di questi primissimi giorni ci fanno intendere che , se la strada non è pia- na, ilventosembratirarenondimenonelladirezione auspicata per le imprese, e quindi per il Paese . Il primo: inmodo inusuale, il Presidente in- caricato ha deciso di incontrare le parti sociali du- rante le consultazioni. Non si trattava di un atto do- vuto, ma è stato un segnale di ascolto e apertura si- gnificativo, espressionedi unmodus operandi cheha coltodaun lato il senso (e l’importanzaper la coesio- ne sociale) della rappresentanza e, dall’altro, la cen- trale urgenza del tema legato ad imprese ed occupa- zione. Nell’incontro che ha coinvoltoConfcommer- cio, infatti, in risposta alle valutazioni del Presidente CarloSangalli su “ come salvare il presenteeabilitare il futuro”, il Premierha ribadito l’importanzadi aiutare le imprese, rafforzando il sistema dei ristori, evitan- do di disperdere risorse e concentrando gli aiuti su settori e attività che abbiano capacità e prospettive di rilancio, a costoanchedi aggiungerenuovodebito (buono) al disastrato bilancio pubblico. Il secondopassaggio importante èstatoquel- lorivoltoinparticolarealTurismo : nell’incontrocon Confcommercio, Draghi lo aveva esplicitamente ri- cordato come settore strategico, degno di un vero e autonomo piano strategico di sviluppo. Alle paro- le sono seguiti i fatti, con la decisione di istituire un Ministero dedicato, dotato di portafoglio e, quindi, conautonomiadi spesa, scegliendoquale titolaredel dicastero un politico con consolidata e apprezzata esperienzamaturata in importanti ruoli istituzionali di natura economica. Oggi il turismo vale il 13%del PIL e il 15%in termini di occupazione, conpotenzia- litànoncertovelleitariedi raddoppiononappena sia seguito con attenzione dedicata e non di contorno, come era accaduto nella prima versione del PNRR presentata alle Camere qualche settimana fa. Al riguardo, inutile ribadire l’importanzadei Pubblici Esercizi come fattoredi attrazione edi iden- titàdell’offerta turistica italianae il ruolochedovreb- beroessere chiamati agiocare nelladefinizionedelle strategiedi potenziamentoe sviluppodei nostri asset come Paese. Infine, è statoaltrettantosignificativotornare dai fatti alle parole, laddove la strategia di comuni- cazionedel Presidente incaricatoè statafinda subi- to orientata alla sobrietà e alla concretezza : qualità diventate in questo orribile anno quasi un’oasi nel deserto per le tante imprese, in particolare della ri- storazione, che più di tutte hanno vissuto surreali e scoraggianti cortocircuiti comunicativi sul temachiu- sure e riaperture. C’è davvero tantissimo da fare per il nostro settore, tra indennizzi e visioneprospettica, – e ne abbiamo discusso a lungo su queste pagine –, ma se oggi potessimo chiedere soltanto una cosa a questo Governo sarebbe forse proprio questa: pro- grammiamosubitoeconserietàmodalitàe tempi di riapertura, facendo quel che si dice e dicendo quel che si fa. ❁ presidente FIPE di LINO ENRICO STOPPANI Draghi e tre fatti disperanza
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