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69 Marzo 2021 do granite e gelati per il bar dove ho cominciato a lavorare. Dopo un anno, però, insieme a un collega, leggiamo su una rivista di una scuola per bartender a Perugia, Planetone. Dal 2000 inizio seriamente ad apprendere, studiare e lavorare nelmondodel drink, scoprendotantissimecoseeprovandoanchequal- che ricetta per capire quale potesse essere la risposta dei miei clienti a qualche mia creazione. Inizio anche a partecipare a svariate competi- zioni, che mi sono servite per capire come funzionava questo mondo all’esterno della realtà in cui vivevo. Dopo varie esperienze stagionali tra Sicilia e Sardegna, mi trasferisco a Milano dove inizio a lavorare per i locali più frequentati e di moda degli inizi del 2000. Sono passato dall’Old Fashion, Julien, Bar Galleria, Blue note e Serendepico, collabo- rando anche con la mia scuola, Planetone e lavorando per Campari. Nel contempo, continuavo a partecipare alle competizioni nazionali e internazionali. Dopo 10 anni, mi sposto in Inghilterra dove per un anno lavoro al DirtyMartini a Covent Garden. Nelle ultime esperienze svolgevo spesso la mansione di barmanager e, al mio rientro in Italia dopo 2 parentesi lavorative in Costa Smeralda, inizio a lavorare nella Capitale in un hotel dove ancora oggi sono barmanager. La differenza tra bartender e barmanager sta nel fatto che quest’ultima mansione ha un carico di responsabilità maggiore, ma è anche il riassunto delle esperienze fatteprima. Diciamo che è lamaturità: si lavora leggermente menoma si producementalmente di più e si ragiona da leader, cercan- do quanto più possibile di creare un teamdi persone che valorizzino il lavoro del manager, mettendo in campo le loro idee. Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un professionista del settore e cosa consigli a chi vuole intraprendere questa carriera? Come accennavo precedentemente, fare il barmanager implica una serie di responsabilità: dalla gestione del magazzino alle scelte delle materie prime, dalla gestione del personale all’accoglienza dell’ospite, fino ad arrivare alla contabilità. Il consiglio che posso dare a chi volesse intraprendere questa carriera, è sicuramente avere dedizione, passione, spirito di sacrificio e umiltà, perché i risultati arrivano solo se l’asticella simantiene altaogni giorno. È bene rimanere sempre aggiornati su tecniche e tendenze Gli esami non finiscono mai bartender / Riccardo Di Dio Masa, dalla Sicilia a Roma, passando da Milano e Londra. Storia di un fuoriclasse che ha creduto in se stesso e con spirito di sacrificio ha costruito una carriera sempre più brillante. di Valentina Picco per Planet One → GOLDEN APPLE 40 ml Cordiale di mela rossa 40 ml Scotch whisky 100 ml Soda Mixability C lasse 1981, RiccardoDi DioMasa è un giovane talento siciliano conuncurriculumdecisamentericcodiattivitàericonoscimenti. Inizia la sua carriera nella sua isola natia per poi spostarsi aMi- lano, dove trascorre 10 anni lavorando in locali come il BlueNote, L’Old Fashion, il SerendepicoeBarGalleria. Da lì si trasferisceaLondra, perpoi passare alla suaultima e attuale tappa, Roma, dove, da7anni è il barma- nager dell’Hotel PalazzoMontemartini Radisson Collection di Roma. Riccardo, raccontaci un po’ di te. Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di bartender prima e, successivamente, quella di barmanager? La mia carriera in questo variegato e affascinante mondo inizia all’età di 14 anni; prima dell’approccio al mondo dei drink, inizio preparan-
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