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88 Mixer Relazioni di qualità intorno alla tazzina global coffee / Il rito casalingo del caffè non deve essere vissuto come una minaccia da parte degli esercenti. Per chi lavora oltre che sulla qualità anche sull’esperienza di consumo. di Carlo Odello N el 1980 The Buggles cantavano “Video Killed The Radio Star”. Quasi un ventennio dopo, quando ero studente universitario, i miei professori mi rassicuravano del contrario: la televisione non aveva ucciso la radio (e affermavano, correttamente, che il web non avrebbe scacciato il piccolo schermo). Cosa c’entra tutto ciò con il mondo del caffè? Tanto. CONSUMO A CASA VERSUS CONSUMO AL BAR? Nelle ultime settimanenellemie conversazioni con le aziende che pro- ducono macchine per espresso ho visto sottolineare quanto la quota dellemacchine prosumer sia aumentata nel 2020. Mi riferisco a quelle macchine di dimensioni ridotte, a ungruppo, che replicano l’operativi- tà delle sorellemaggiorima in ambito prettamente domestico o quasi. Una volta appannaggio essenzialmente dei coffee lover, riuniti in forum on line che li facevano apparire dei coffee nerd, queste mac- chine hanno conosciuto una crescita importante. Se a esse sommiamo la crescita del monoporzionato, cialda o capsula, non si può dare torto a chi si è domandato, non senza timore, se il consumatore sarebbe tor- nato al bar. Ed eccoci alla domanda iniziale: le nuove modalità di con- sumo a casa, tra macchine prosumer per i più evoluti e monodose per gli altri, uccideranno il consumo al bar? L’ESPERIENZA SOCIALE È ragionevole pensare che un maggiore consumo domestico possa ef- fettivamente rappresentare unaminacciaper bar di qualità opinabile e qui nonmi riferiscocerto soloaquella in tazza: sarebbe assurdopensare che nel 2021 si vada al bar esclusivamente per l’esperienza sensoriale. Anzi, purtroppo spesso questa passa addirittura in secondo piano ri- spetto a una ben più rilevante: l’esperienza sociale. A casa il caffè è sì occasione di socialità, ma questa si riduce per forza di cose al cerchio della famiglia, che in ultima analisi è una micro-comunitànon ingradosoddisfare lavogliadi inclusionedell’esse- re umano inun contestopiù ampio. Il bar italiano è la risposta a questa necessità (e lo è talmente tanto che i clienti spesso sorseggiano distrat- tamente tazze orrende mentre indulgono in conversazioni di nessun altro valore se non quello di essere “chiacchiere da bar”). IL BAR DEL FUTURO Insomma, personalmente faccio fatica a trovare nelle nuove abitudini di consumo a casa una vera e propriaminaccia a quei locali che lavora- no, molto e bene, sull’esperienza di consumo. Una volta di più è chiaro che la pandemia ha favorito l’insorgere di nuovi riti casalinghi, ma ha anche rafforzato l’immagine del bar come luogo di incontro. Il caffè del bar è risultato fungibile rispetto a quello di casa: in breve possiamo affermare che tutto sommato la voglia di caffeina può essere agevolmente soddisfatta anche presso la propria abitazione. Anzi, si puòarrivare a esperienze sensoriali coinvolgenti edi qualità. Per questo la direzione del bar non è solo verso la qualità della bevanda in tazza, che dovrebbe essere scontata, ma anche verso la costruzione di relazioni di qualità intorno alla tazza: il bar del futuro è forse un ritorno alla socialità del passato. ❁ Professione CARLO ODELLO L’autore è direttore generale dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) e consigliere dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (IIAC)
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