MX_335

31 Aprile 2021 i primi due mesi dell’anno hanno confermato il trend positivo, con un aumento del +7 e del +12%, da marzo a giugno la produzione ha segnato un -22%, con picchi, tra marzo e maggio, del -30%. La ripresa di luglio (+8%) e agosto (+2%) non è stata sufficiente. Nel primo se- mestre 2020 si sono persi circa 900 milioni di euro rispetto al primo semestre 2019 e quasi 1,6miliardi di euro rispetto al potenziale stima- to. I bilanci rilasciati dai “Big” del settore confermano, con Heineken, numero due al mondo, che ha chiuso il 2020 con una perdita netta di 204milioni di euro e un calo delle vendite del 17% e un fatturato a 23 miliardi di euro, mentre il numero uno AB InBev registra un fatturato del -3,7%rispetto al 2019 a 39,49miliardi di euro, con un crescita però delle birre premiume dell’e-commerce. Tanto che i ricavi per ettolitro sono aumentati dell’2,1%. NUOVI CANALI CRESCONO La sete degli italiani per la birra insomma non si è estinta, anzi. È stata, per il 71% degli italiani, la bevanda più consumata durante il lockdown e nei mesi successivi, seconda solo all’acqua (71%) e davanti al caffè (69%), al tè (41%), al vino rosso (39%) e alle bibite gassate (34%) (i dati sono dell’Osservatorio Birra ). Il consumo si è spostato in casa e in famiglia, con alcune interessanti caratteristiche. Mentre i giovani continuano a preferire il consumo fuori casa non appena è possibile, si sono differenziate le occasioni di consumo oltre la cena (salda al 74%), con dopocena (19%), pranzo (10%) e aperiti- vo (14%). Una persona su tre ha poi sperimentato nuove birre, con punte del 43% tra i giovani e una predilezione per le birre regionali e del territorio. Durante il primo lockdown quasi un consumatore su tre ha aumentato i suoi consumi di birra. E, gioco forza, l’online è stata la modalità d’acquisto preferita. Un canale sostanzialmente nuovo che ha coinvolto dal produttore al distributore fino al bar e alla birreria attrezzatesi all’uopo. Così una bevanda da consumare soprattutto in compagnia è entrata nel mondo dall’e-commerce – con piattaforme come 1001 bir- re, Birraland, BirraLife e tante altre, ma grazie all’ingegno spinto dalla necessità ha usufruito anche di chioschi, pop-up, container allestiti, dehors e si è appoggiata sul take away o i corner per la vendita al bar. Modalità che, in futuro, almeno in parte, resteranno. AGENTE PER LA RIPRESA La birra può rivelarsi un agente ideale della ripresa del fuori casa per vari motivi. Molti dei quali nello scorso anno l’hanno penalizzata. È infatti la bevanda della convivialità : ne è convinto un italiano su due. È immancabile ai grandi eventi, ai festival musicali, nei concerti, sagre, competizioni sportivema anchenelle iniziative localiminori. Equando riprenderanno non potrà che tornare in prima fila. Non solo: la birra sembra essere benissimo posizionata per in- contrare i nuovi trend di consumo. Come la ricerca di bevande a bassa gradazione alcolica, o addirittura non alcoliche. Il mercato delle birre analcoliche secondo Global Market Insights entro il 2026 supererà i 24,4miliardi di euro. Mentre la birra a basso contenuto di alcol ha regi- strato un consumo di oltre 1,4miliardi di litri nel 2019. Anche il prezzo mediamente basso rispetto ad altre bevande potrebbe incontrare le esigenze di un pubblico che uscirà dalla pandemia conmeno disponi- bilità economica. Per non parlare del suo atout più forte: quel senso di socialità che tantomanca e verrà ricercato come pane e ossigeno quo- tidiano, dopo un anno di apnea. Puntare su giovani e beer gardens po- trà dunque essere non l’unica, ma una delle chiavi di volta della tanto attesa ripresa. ❁ BIRRATURISMO: LA SCOMMESSA DEI “PICCOLI” BIRRIFICI Una ripresa tra birra e turismo. È la scommessa di Unionbirrai, l’associazione che riunisce i microbirrifici e piccoli produttori indipendenti. Birra, territorio e turismo sono strettamente legati e il rilancio della birra artigianale “deve passare oggi da una forte identità territoriale e dalla possibilità di offrire esperienze aprendosi al turista”. Inoltre il mondo della birra, “prodotto estremamente trasversale per pubblico e peculiarità, può diventare una novità per il rilancio del turismo di prossimità attraverso offerte e servizi validi, con il conseguente sviluppo di una rete di collaborazioni sul territorio fra aziende e istituzioni e anche la possibile nascita di nuove competenze professionali”. Per realizzare questo “sistema” l’associazione ha presentato una proposta di Legge Regionale sulla birra artigianale. Differenziazione del prodotto, filiera corta, esperienzialità, networking con l’ospitalità e la ristorazione locale, le attrattive turistiche e museali, creazione di itinerari, valorizzazione delle competenze e dei prodotti alimentari e agricoli locali sono le leve che potrebbero innovare la promozione del prodotto in modo nuovo, bissando il successo colto già dall’enoturismo.

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz