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2 Aprile 2021 Mixer Il punto U npo’comelegiornatediprimaverachefanno capolino incodaadun lungo inverno ,unalu- ce sulla ripartenza del settore era sembrata accendersiinquestesettimane,conl’allargatacondi- visione, anchepolitica, sullepossibilitàdellariaper- tura serale dei ristoranti nelle regioni gialle . Poi, la brusca gelata . La spiegazione a tutto questo affonda ormai solo inun radicatopregiudizioenella enorme difficoltà che richiedeassumeredecisioni razionali in situazioni emergenziali. Parlaredi pregiudizi puòsembraremagari az- zardato, visto il contesto sanitariodi assoluta gravità, con la rapidadiffusionedi nuoveepericolosevarianti del virus, la crescita dei contagi e dei ricoveri nei re- parti di terapia intensivadegli ospedali, oltre adaltre criticità sanitarie, compreso il crescente numero dei decessi per Covid-19. Èdifficilenondimeno scegliere altraterminologiase– adistanzadioltre1annodall’i- niziodell’emergenza sanitaria – l’unica costantenei provvedimentiemergenzialirimaneilblocco , totale, parzialeoad intermittenza, dei Pubblici Esercizi, con l’amara constatazione , poi, che nonostante questo , i contagi aumentano e soprattutto le situazioni che si vorrebbero evitare con i divieti, e cioè le aggregazio- ni nelle vie e nelle piazze delle città, si moltiplicano , come dimostrato dai primi weekend di bel tempo. Al pregiudiziosi aggiungepoi una feritaaper- ta nell’orgoglio e nella dignità del settore, che oltre ai provvedimenti di limitazionedelle attività, si vede mancare ancheunminimodi preavvisoemisure suf- ficienti alle impreseper sopravvivere, facendo fronte abisogni e impegni che si accumulanounmesedopo l’altro senza scampo. Mentre l’effettoDraghi nonhaancoradispie- gato le aspettative collegate allo straordinariovalore del Premier, nel frattempo raccogliamo provvedi- mentigovernativichesonodeipalliativiperlasalute delle imprese , a cui sono somministratemedicine -i ristori economici- inadeguati e insufficienti rispetto alla gravità della loromalattia. Laveracura rimaneunasola: consentirealle imprese della ristorazione di ripartire, anche gra- dualmente e ovviamente in sicurezza . Oggi, ogni giorno, in Italia 4 milioni di imprese – industriali, artigiane, commerciali, agricole e dei servizi – sono regolarmente attive. I lavoratori di queste imprese utilizzano, durante la giornata lavorativa, spazi co- muni come mense, spogliatoi, servizi igienici. InquestoPaese, alladiscriminante tra “azien- de essenziali e non ”, si aggiunge così la variante so- ciale , tra chi ha il diritto di lavorare e chi ha il dovere di rimanerechiuso , con i primi chepossonoesercita- re il loro diritto al lavoro, che se impedito è coperto da sacrosante protezioni sociali,mentre ai secondi è negato questo stesso diritto, senza preoccuparsi poi delle conseguenze che il divieto comporta. I Pubblici Esercizi, tra l’altro tutti dotati di onerosi protocolli sanitari la cui applicazione siamo i primi apretendere che sia rigorosa e vigilata, anche con l’inasprimentodei controlli,meritanoquestodi- ritto essenziale. Davanti a questa obiezione, talvolta la risposta si riduce ad evocare i disordinati e incon- trollati assembramenti diurni e serali che si verifi- cano nelle nostre città, ad additare i Pubblici Eserci- zi come attrattore del comportamento sociale delle persone. Ma, allora, dare la possibilità di sistemare i clienti all’interno e all’esterno di locali presidiati ed attrezzati contavoli e sedie, posizionati con il rispetto del distanziamento sociale, nonavrebbe il vantaggio di far ripartire il settore, offrendo un contributo al contenimento dei contagi, rendendo più semplici i controlli epossibile lacollaborazionedegli esercenti? I Pubblici Esercizi , insomma, invece di es- sere considerati in via pregiudiziale causa del pro- blema, potrebbero essere razionalmente utilizzati come supporto alle soluzioni temporanee in attesa del vaccino . Inattesa, appunto, perchè il pianovacci- naleèmolto indietro, consoli 3,5milioni di vaccinati, di cui solo la metà ha ricevuto le due dosi, che rap- presentano solo il 5,80% della popolazione italiana ( dato del 5marzo, ndr ). Nel frattempo, di pregiudizi si muore e tante, troppe imprese rischiano ingiu- stamente di non vedere la fine di questa pandemia . È qui la preoccupazione che anima queste righe, convinti come siamo -e tante volte l’abbiamo ripetutoanche inquestepagine- chedi fronte ai pro- blemi bisogna ricercare le soluzioni e trovare ilmodo di portare avanti le attività, tralasciando inconclu- denti lamentele sulle inevitabili difficoltà del lavoro. Eppure, se la pandemia colpisce tutti, alcune difficoltà sul camminodel nostro settorepotevano e possono essere evitate, migliorando alla fine la stra- da che tutti percorrono. Come scrive Jane Austen in OrgoglioePregiudizio : “ chi noncambiamai lapropria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin dal principio .” E, rispetto ai Pub- blici Esercizi, il nostro Paese può dire in coscienza di averlo fatto da un anno a questa parte? presidente FIPE di LINO ENRICO STOPPANI I Pubblici Esercizi: orgoglio e pregiudizio

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